Cinema e Utopia

Alexander Rodchenko, Parti di automobile AMO (Detali AMO)
Alexander Rodchenko, Parti di automobile AMO (Detali AMO)

Un raffinato ciclo cinematografico dedicato all’Utopia figura nel ricco carnet delle manifestazioni veneziane del Museo Guggenheim correlate alla mostra Utopia Matters. Dalle confraternite al Bauhaus (1° maggio – 25 luglio 2010).
Le proiezioni, ad ingresso libero, sono iniziate il cinque maggio a Ca’ Dolfin, con l’elegante minimalismo di Yukoku – The Rite of Love and Death di Mishima Yukio (1966), unico e profetico cortometraggio di Mishima (termina con il suicidio rituale del protagonista), interpretato da sé stesso e dalla moglie, sull’utopia del ritorno del Giappone moderno alle antiche tradizioni. Presentazione di Roberta Novelli.
Mercoledì 12 maggio le parole di Davide Giurlando hanno introdotto alla visione di Insalata russa di Jurij Mamine (1994), in cui è il mito dell’occidente nella Pietroburgo post-sovietica ad costituire il fulcro narrativo di una vicenda narrata con un ritmo caotico, tipicamente slavo, in cui si mescolano liberamente realtà e fantasia: il motivo che innesca il turbinìo degli intrecci è dato dalla scoperta di una finestra che da un appartamento pietroburghese immette direttamente nella città di Parigi.

Martedì 18 maggio sarà la volta del film-culto di Werner Herzog Aguirre furore di Dio (1972), interpretato dal suo attore-feticcio Klaus Kinsky e presentato all’Auditorium da Elide Pittarello.
L’utopia dell’El Dorado, la leggendaria terra dell’oro ambita dai conquistadores spagnoli, è alla base della mirabile ricostruzione cinematografica del regista tedesco, tratta liberamente dalle cronache della spedizione del sanguinario Lope di Aguirre, che discese il Rio delle Amazzoni alla ricerca delle sette città di Cibola. La metafora herzoghiana della folle impresa di Aguirre, conclusasi in devastazione, ha ispirato Francis Ford Coppola per il suo Apocalypse Now.
Venerdì 28 maggio Fabrizio Borin presenterà un altro capolavoro della storia del cinema, girato in era sovietica, lo Stalker di Andrej Tarkovskij (1979), ultimo film del ciclo, in cui l’utopia s’identifica in una stanza dove si avverano i desideri più intimi e segreti, ubicata nella misteriosa Zona. Com’è consueto nel cinema del regista russo, quest’ultima è un luogo fisico ma anche psichico e spirituale in cui tutto è metafora dell’esistenza, che si trova ai limiti della società ma anche della coscienza umana ed è, inoltre, un territorio proibito estremamente difficile da raggiungere. Ci proveranno uno Scrittore e un Professore guidati da uno Stalker, cioè una guida illegale esperta della Zona.

Cinema e Utopia
5, 12, 18 maggio
Ca’ Dolfin
Università Ca’ Foscari, Dorsoduro 3825/e
28 maggio: da definirsi
ingresso libero, ore 17
Più informazioni: www.guggenheim-venice.it

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