
Si leva il sipario nel buio acceso da uno sciame di minuscoli led luminosi che vibrano all’unisono con un frinire di cicale: 5.000 hertz è la frequenza d’onda prodotta da questi insetti, sacri agli antichi egiziani, che ha come effetto fisiologico il riequilibrare l’attività dell’emisfero destro con l’emisfero sinistro del cervello umano.
Un’avventura piena di fascino l’esposizione di Anita Sieff, allieva di Antonioni, che coinvolge due piani del Museo Querini Stampalia di Venezia, iniziando con una serie di interventi nelle sale settecentesche del palazzo che ospita opere d’arte veneziana dal XV al XVIII sec.
Il suono è ciò che più affascina l’artista, per sua stessa ammissione: nella sala pompeiana risuona, in diverse lingue, la voce di Sieff: Hai tempo per me? E’ la voce della coscienza che ci richiama a guardare in noi stessi e a dialogare con il nostro io più vero.
Alcune foto che ritraggono una Venezia contemporanea e stravolta sono inserite tra settecentesche vedute di vita veneziana in sostituzione di tre dipinti di Gabriel Bella.
La musica di Mahler introduce ad un altro momento saliente della mostra, quello in cui i versi di Anita Sieff sul tema dell’abbandono incontrano quelli di Elena Mocenigo, moglie di Andrea Querini, per il marito lontano, nell’alcova di quest’ultima.
Al piano superiore dieci video in b&w rappresentano un freschissimo omaggio al film “L’avventura”, di Michelangelo Antonioni e di qui Sieff, talento poliedrico, sembra partire per l’allestimento di una serie di azioni e installazioni.
L’artista disegna l’ombra di un albero sulla parete, lo riveste in foglia d’oro e poi trasferisce le tracce d’oro sul disegno, ripercorrendo sul filo della memoria lo sviluppo dell’arte contemporanea laddove è cominciata la dissoluzione della forma: il contatto con l’oriente, l’impressionismo, la luce che dissolve la materia/colore in minuscole tessere/pennellate e le trasferisce da un oggetto all’altro, in un gioco di frazionamento e di rifrazione che ricrea nell’opera l’illusione della realtà. Fino a giungere al “salto” quantico della memoria in un’altra dimensione, da cui riaffiora l’albero di Mondrian, che si manifesta nel segno di una materia mentale e poi è di nuovo declinato sulla carta nella forma sefirotica o è appiattito in un mosaico razionalista, nella grande sala in cui emerge il rapporto di Sieff con lo studio scientifico, filosofico e mistico della natura che tutto ciò ha reso possibile, la Teosofia.
Anita Sieff utilizza materiali antichi e contemporanei, tubi al neon così come foto e cornici Rococò, con grande disinvoltura, contestualizzando l’esposizione nella consapevolezza del trovarsi in una città, la propria, che è stata per secoli la “Porta d’oriente”, oggi luogo turistico, ma tuttora ricco di fascino e di intrecci multiculturali. Proprio sul dialogo si è sviluppato per cinque anni Public, un lavoro dell’artista sudtirolese in cui come regista monitorava gli incontri di artisti, scienziati ed intellettuali, lasciati liberi di costruire il proprio scambio di esperienze come una scultura sociale di beuysiana memoria. L’happening, che si teneva al Museo Guggenheim, è ripreso come testimonianza sonora (Risonanze) e prosegue idealmente nella videoinstallazione Ordine di Senso, che si gioca su tre diversi stati o piani della coscienza. Anita Sieff indaga nei domini della percezione, del sogno e del sentimento, per restituire al fruitore una diversa presa di coscienza del reale. L’arte e la storia fungono così da catalizzatori nel processo di liberazione dell’uomo contemporaneo da un’alienazione che è sopratutto mediatica.
Anita Sieff: Ordine di senso
(21 marzo -20 giugno)
Fondazione Querini Stampalia
Campo Santa Maria Formosa, Castello 5252
30122 Venezia
orari: da mar a dom 10-19, lun chiuso
tel.: 041 2711411 -fax 041 2711445
fondazione@querinistampalia.org
http://www.querinistampalia.it/