
Due “pezzi” di due metri, imponenti, collocati in mezzo alla strada pedonale dinnazi alla sede centrale di una banca. Una scultura in travertino di Rapolano firmata dall’artista Paul McCarthy, che ha fatto discutere.
Si tratta di una delle opere della 14a Biennale Internazionale di Scultura di Carrara – Postmonument, che l’artista statunitense ha voluto installare davanti ad un simbolo del capitalismo, dichiarando:
“La società di oggi tende a nascondere le cose sconvenienti, le rimuove. Io invece ne faccio una scultura“.
Di cosa stiamo parlando?
Di un “maxi escremento” in marmo, tre tonnellate di prezioso travertino, collocato davanti alla Casa di Risparmio di Carrara. Qualche burlone aveva persino aggiunto scopa e paletta giganti, che sono state prontamente rimosse. In realtà avrebbe dovuto campeggiare dentro l’edificio, ma la banca si è rifiutata e sembra pure che l’artista statunitense lo volesse titolare proprio “Merda alla Cassa di Risparmio” ma che sia stato dissuaso dal curatore.
McCarthy, che vive a Los Angeles, infatti è noto per le sue provocazioni feroci e scatologiche rivolte al sistema americano e globalizzato e al suo star system: pensiamo a l’installazione integrale “The pig island” esposta a Palazzo Citterio a Milano, in cui video, performance, statue di Mickey Mouse, la regina Elisabetta, Bush e i divi di Hollywood tra montagne di immondizia e bottiglie di whiskey, sono visti come simboli dell’inebetimento sociale, immersi nell’orgia della dissacrazione.
Il fil rouge della Biennale è il tema del monumento, o meglio quel radicale processo di demonumentalizzazione generato dall’imporsi degli ideali di democrazia e libertà del nostro tempo. Il monumento è sempre stato l’emblema del potere forte, strumento di omologazione ma anche catalizzatore dei valori dei popoli e tassello insostituibile nella costruzione della memoria collettiva. Il monumento perciò è stato anche bersaglio di rivolte e rivoluzioni. Tuttavia in uno scenario mobile e mutevole come quello attuale, in un clima di fine d’epoca, si registra, talvolta, il riemergere di vecchi valori e materiali.
La città di Carrara, un tempo meta di Michelangelo e Canova, la cui storia è legata alle sue cave di marmo, ora risente del declino della scultura tradizionale. Le sedi espositive, vecchi laboratori di scultura e altri edifici dismessi del centro, dove i segni del tempo e dell’abbandono sono evidenti, contribuiscono alla dimensione di disorientamento che costituisce il leitmotiv dell’esposizione.
In mostra, il tema è introdotto da alcuni esempi storici di produzione otto-novecentesca, da Bistolfi a Melotti, che si affiancano a modelli della statuaria del Ventennio e del realismo socialista sovietico e cinese. Parte centrale dell’esposizione sono le opere di più di trenta artisti contemporanei di diverse nazionalità, la maggior parte dei quali realizza opere specifiche per la mostra:
Carl Andre, Giorgio Andreotta Calò, Huma Bhabha, Rossella Biscotti, Monica Bonvicini, Carlos Bunga, Cai Guo-Qiang, Valentin Carron, Maurizio Cattelan, Marcelo Cidade, Nemanja Cvijanović, Sam Durant, Urs Fischer, Yona Friedman, Cyprien Gaillard, Antony Gormley, Thomas Houseago, Daniel Knorr, Terence Koh, Liu Jianhua, Paul McCarthy, Yerbossyn Meldibekov and Nurbossyn Oris, Ohad Meromi, Gustav Metzger, Deimantas Narkevicius, Kristina Norman, Damián Ortega, Santiago Sierra, Rirkrit Tiravanija, Kevin van Braak, Yelena Vorobyeva e Viktor Vorobyev, Gillian Wearing, Artur Żmijewski.
Le tematiche della mostra si allargano poi in un programma di iniziative a coronamento del percorso espositivo per tutto il periodo di apertura, con sconfinamenti nei territori dell’architettura, cicli di performance e workshop.
Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, cestende la discussione alla sfera politica e sociale: diversi sono i contributi di critici e storici dell’arte, e non mancano anche interviste interessanti come quelle a Mikhail Gorbaciov – ex Presidente dell’Unione Sovietica – e al sociologo Zygmunt Bauman.
XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara – Postmonument
A cura di Fabio Cavallucci
26 giugno – 31 ottobre 2010
Prezzi del biglietto:
8 euro, 4 euro ridotto, visite giudate per gruppi 30 euro
(biglietteria: Ex segheria Adolfo Corsi e al Seminterrato delle Scuole Saffi)
Orari di apertura:
Fino al 19 settembre
Da martedì a giovedì dalle 11.00 alle 20.00
Da venerdì a domenica dalle 11.00 alle 22.30
Dal 21 settembre
Dalle 11.00 alle 19.00
Chiuso il lunedì
Informazioni:
+39 0585 641548– biennaledicarrara.press@gmail.com – www.labiennaledicarrara.it