Matisse e Michelangelo: la seduzione della linea e della forma

 

Henri Matisse, Icaro
Henri Matisse, Icaro, tav. 8, Jazz, Paris, Tériade, 1947

‘Matisse e la seduzione di Michelangelo’ è la grande mostra che fino al 12 giugno ospiterà  entro le suggestive architetture del Museo di Santa Giulia a Brescia oltre 150 opere che coprono l’arco dell’intera carriera del maestro francese, dagli esordi Fauve all’invenzione finale delle gouaches découpées, le forme su carta colorata che lo stesso Matisse diceva di “dipingere con le forbici”.
La creatività dell’artista è completamente aperta alla sperimentazione, tra pittura, scultura, disegno, incisione, gouache, découpage, collage, vetrate: la sua produzione è un’esplosione di forma e colore senza precedenti che s’inaugura al volgere del XIX secolo e corre parallelamente alle avanguardie, senza conoscere battute d’arresto fino alla fine, à bout de souffle.
La mostra bresciana evidenzia come sia “la concezione chiara e complessa che è alla base della costruzione dell’opera di Michelangelo” ad affascinare l’artista fin dall’inizio, con il rapporto tra linea e forma che sarà dominante in tutta l’opera dell’artista francese.
In esposizione nel complesso di Santa Giulia, oltre ad alcuni calchi michelangioleschi, sono presenti sculture di Matisse ispirate esplicitamente ai capolavori del grande fiorentino, come il piccolo Nudo disteso (che guarda all’Aurora della cappella medicea nella basilica di San Lorenzo) e il Grande nudo seduto degli anni Venti.
La seduzione di Michelangelo, tuttavia, nel corso del Ventennio spinge Matisse, oltre al neoplatonismo concettuale, alla tentazione del ritorno ad un’elaborazione plastica della forma, per un artista che era  giunto all’eccellenza nella sintesi bidimensionale della stessa.
Non fu il solo, peraltro, nell’Europa totalitarista a dare una simile svolta alla propria pittura: da De Chirico a Balla, da Picasso a Carrà in molti aderirono al “ritorno all’ordine” che di fatto seppelliva la poetica delle avanguardie dietro la vacua fissità dei volti e dei paesaggi freddi e cupi del realismo di regime.
Per il pittore francese la situazione è differente, la forma si fa piena e sensuale, complemento ideale di un colore lussureggiante e dello slancio vitale che ha caratterizzato da sempre la sua poetica. Se la pittura perde in essenzialità, d’altro lato guadagna in opulenza barocca, grazie alla verve creativa di un artista che non ha mai posto limiti all’evoluzione della propria opera, tanto da approdare, alla fine della sua carriera alla sintesi tra pittura e scultura proprio nelle gouaches découpées, massima semplificazione delle componenti della sua pittura: linea, forma e superficie campita con il colore puro.

Matisse e la seduzione di Michelangelo
Museo di Santa Giulia
Via Musei 81/b – 25121 Brescia
11 febbraio – 12 giugno 2002
orari: lunedì – venerdì 9.00 – 13.00 , 14.30 – 18.00 , 25 aprile 9.00 –
numero verde 800 775083
www.matissebrescia.it
info@matissebrescia.it

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