Amore e Psiche, l’arte incontra la scienza nell’opera di Anita Sieff

Caterina Bertone interpreta "Psyche" di Anita Sieff, Museo d'arte contemporanea di Ca' Pesaro, Venezia
Caterina Bertone interpreta "Psyche" di Anita Sieff, Museo d'arte contemporanea di Ca' Pesaro, Venezia

All’interno della sala X del Museo Ca’ Pesaro di Venezia Anita Sieff si misura con l’eterna favola di Amore e Psiche nell’ambito degli eventi collaterali della Biennale 2011. L’installazione video dell’artista è corredata da una riproduzione della figura di Eros tratta dal ciclo Il Poema della Vita Umana realizzato da Giulio Aristide Sartorio proprio per il Salone Centrale all’Esposizione di Venezia del 1907. Il dipinto è conservato nella stessa sede museale ed è stato scelto come set per la discesa di Psiche agli inferi dell’inconscio.

La videoinstallazione Psyche è un omaggio alla scienza che incontra il mito nella sintesi dell’arte: secondo le teorie dell’astrofisica Giuliana Conforto – tra gli autori in catalogo – e in accordo con le antiche dottrine orientali tanto quanto con il moderno relativismo post-razionalista, il mondo si manifesta come realtà cibernetica e ottuplice, dove non v’è soluzione di continuità tra soggetto e oggetto, tra lo spazio interiore della psiche e lo spazio esterno. L’antimateria sarebbe in realtà la radice germinale della materia, la forza oscura del sentimento, l’energia elettromagnetica dell’eros, intermediario tra i mondi, che manifesta l’unità del tutto.
Per comprendere sé stesso emancipandosi dall’apparenza, l’individuo ha bisogno di sognare, nelle parole di Sieff, perché “Quando sognamo abbiamo l’opportunità di entrare in contatto con una comunicazione trasversale che opera simultaneamente a livello di tutte le specie di coscienza”. Anche per questo i sogni dell’artista scritti su carta e appesi alle pareti della sala escono dalle cornici che li vorrebbero contenere.
L’opera video, quindi, si apre e si chiude con la ripresa di un’oscurità commentata dal frinire delle cicale, suono vibrante già caro agli antichi egizi e alla psicologia contemporanea per il suo potere riequilibrante sulla mente umana. Sieff lo aveva già utilizzato nel 2010 come soggetto della sua installazione Cicaleccio (Museo Querini Stampalia).
Overlapping: parole di solitudine, riflessioni su spazio, tempo, desiderio. Psiche, cullata dai ca. 5.000 hertz emessi dall’unisono dello sciame in concerto, dorme reclinata su di un fianco ed inizia a sognare. L’immagine d’acqua rimanda al transito nella dimensione onirica e iniziatica della “piccola morte”: i parenti vestiti a lutto accompagnano la fanciulla vestita da sposa (omaggio alla duchampiana Mariée) sul promontorio.
L’immagine si trasforma a sua volta e diventa “liquida” a significare la fluidità della materia nella realtà del movimento e nell’alchimia del sogno che trasforma il sé nel rivelare l’illusione dello stato di veglia in cui normalmente i sensi esperiscono la solidità tridimensionale.
Un banchetto si svolge nel Palazzo di Amore sullo sfondo delle eleganti raffigurazioni retoriche di Sartorio in cui figurano oggetti in vetro (lo stesso edificio, alcuni bicchieri della serie Equilibri instabili creata dall’artista italo-austriaca), materia sottile, amorfa, quasi “liquida”.
La luce rossa/arancio esprime la passione, il desiderio che intercorre tra Eros e Psiche che si amano nella pluralità del multiverso. Vitreo è anche il telencefalo sul quale cadono due gocce di sangue (per l’artista è l’energia vitale), analogo della cera del mito che tocca la gota del Dio. Fermo immagine reiterato, nel quale due attori diversi, scottati, si ritraggono.
Lasciata sola nel verde saturnino della malinconia, prodotto di una Venere ctonia, Psiche è spinta dalla Cipride genitrice di Eros ad addentrarsi nel blu dell’inconscio astrale e a discendere nelle profondità dell’Averno calcando i gradini di una scala a chiocciola (presente nel palazzo di Ca’ Pesaro) per incontrare Proserpina.
Le prove cui Psiche è sottoposta (splendide le ambientazioni d’architettura e paesaggio a Ca’Foscari, Ca’ Sagredo, Lido, ecc.) la rendono cosciente della bellezza/vanità vigente nel mondo delle forme e della complessità del labirinto della mente (Villa Barbarigo a Valsanzibio). Eros interroga la madre e, a sua volta interrogato, risponde che si è congiunto con una donna terrestre poiché la sua natura non è esclusivamente riservata al solo circolo degli dei, ma il suo compito è di esistere in tutte le relazioni: infatti  “L’amore è inclusivo” afferma il giovane Dio/demone.
Il film compone un mosaico di sequenze d’acqua, di bellezze naturali e di free cinema, care a Sieff, allieva di Antonioni; le increspature di un lago, emozioni viste dall’alto; la musica, spesso tonale, è quella originale di Tim Blue e Valentino Corvino; la fotografia di Armando Buttafava. Afrodite si anima e si concreta emergendo dalle acque del quadro di Ettore Tito, collocato nel museo.
Uno psicologo ammonisce la sposa che non bisogna arrendersi al desiderio di sedurre e all’autopietismo, ma lasciarsi guidare da amore sul cammino “introverso” per riconnettersi al sé originario, celato dall’Apparenza della personalità così come il sole è il riflesso olografico di ciò che si cela nello spazio cibernetico ottuplice.
Infine Psiche, conquistato il tesoro della coscienza, si ricongiunge all’amato e viene assunta tra le stelle dell’Olimpo. Ricompare l’overlapping con parole di fiducia e amore, le cicale friniscono e si torna nell’oscurità originaria, nella
bruniana “comunione di tutti gli esseri con infiniti mondi” citata nel saggio di Giuliana Conforto, scritto per un film che è un inno all’unità della vita filmato nel caleidoscopio dei multiversi.

Psyche
Anita Sieff

Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Ca’ Pesaro
Santa Croce 2076,
30135 Venezia
4 giugno 2011 – 21 agosto 2011
Orario: 10.00-18.00, chiuso il lunedì
tel +39 041721127 fax +39 0415241075
info@fmcvenezia.it
http://www.ethicstv.com

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