
“Rupe Farani, Rupe Tahiti” (in lingua maori, Bella Francia, Bella Thaiti), questo è il titolo del Menu n. 5, una delle 450 riproduzioni d’autore degli Undici Menu di Paul Gauguin pervenuta in Italia presso privati dopo essere passata per i mitici Apple Studios della RCA a New York e, detto tra le righe, sembrerebbe, già di proprietàdell’ancor più mitico John Lennon.
La storia degli Onze Menus di Paul Gauguin risale agli ultimi anni della sua vita, quando l’anziano maestro, già malatissimo, si ritirò a Papeete (Thaiti), prima del definitivo approdo a Hiva Oa, nelle isole Marchesi, dove morì nel 1903. Nel villaggio thaitiano dal 1899 produsse articoli e vignette per il settimanale satirico “Les guëpes” (Le vespe) fondandone poi uno proprio, “Le Sourire” (Il sorriso), in difesa dei nativi e in polemica con l’autorità locali e con la religione cattolica. Isolato politicamente, malato e osteggiato per la vita “dissoluta” vissuta tra i fumi dell’alcool e le giovani amanti polinesiane, nel 1900 Gauguin fu costretto per sbarcare il lunario ad organizzare cene a casa sua e, con ciò, a creare i famosi Undici menu a matita, carboncino e inchiostro acquerellato su sottile carta giapponese. Sono facilmente riconoscibili il segno morbido e sintetico e i colori brillanti impiegati in uno stile apparentemente lieve, vignettistico e canzonatorio che avrebbe affascinato più di un autore di bandes dessinnées, tra cui certamente Hugo Pratt.

I Menus sono uno diverso dall’altro, ma tutti con le stesse ricette alla carta, scritte in lingua franco-maori: “antipasti assortiti / porco selvaggio al forno locale / pollo al cocco / roast-beef alla francese / insalata !! Non c’è / Dessert, aperitivi, Vino coloniale” (trad.).
Gli Undici acquarelli originali sono stati esposti la prima volta nel 1949 a Parigi, a l’Orangerie, per “l’exposition du Centenaire” e già prestati al Musée Gauguin da Simone e Jacques Martin. Tuttora di proprietà privata, l’originale del Menu n. 5, Rupe Farani Rupe Tahiti, raffigurante un bretone vestito in abito coloniale affiancato da un indigeno Maori e a destra, due cani randagi, è stato quotato da Sotheby’s tra i 100 e i 150.000 dollari nell’anno 2001.
Nel 1950, l’amico, critico e biografo di Gauguin Robert Rey, conservatore al museo del Luxembourg a Parigi, curò un’edizione fac-simile particolarmente pregiata degli Onze Menus, con le undici tavole stampate in fototipia da Duval su vélin pur fil a bordi intonsi delle cartiere del Marais, e magistralmente colorate à pochoir da Edmond Vairel per le edizioni Cramer, nella stessa Ville lumière. L’edizione è limitata a 450 copie, di cui 50 non numerate. Nello stesso anno, Louis Joseph Bouge, governatore della Guadalupa e della Guyana, collezionista avvertito e, tra l’altro, fondatore della Société d’Études Océaniennes, scrive sul “Journal de la Société des océanistes” (Année 1950, Volume 6, Numéro 6, pp. 289 – 290) che i menu curati da Rey sono “così rimarchevoli che a guardarli donano l’impressione e il piacere che procurano gli originali”. Non ci è dato per ora di conoscere in quale contesto il Menu n. 5, Rupe Farani Rupe Tahiti, così come i menu n. 6 e 10 (quotati da Liveactioneers sul mercato americano 1000-1500 dollari nel 2006) siano stati estratti dall’esemplare targato 1H 56 e incorniciati con legno intagliato in stile déco coloniale, e ancor meno come siano finiti alla RCA e come si dice, e non dice, nelle mani del mitico Beatle, per poi essere donato come regalo aziendale a un membro della famiglia Martini. Ma l’imprimitura freschissima delle tipografie francesi restituisce l’espressività del tratto cloisonnée di Gauguin, tracciato in uno stile elegantemente trasandato, e la coloritura dipinta a campiture pochoir di Edmond Vaireil fonde esattamente colori primari e complementari nelle raffinate gamme timbriche calde e fredde utilizzate nella periodo thaitiano dal maestro francese. Concordiamo senz’altro con il Gouverneur Bouge nell’ammirare questo lavoro realizzato a regola d’arte, che trasmette la vera passione di coloro che, per primo Paul Gauguin, compresero e cercarono di valorizzare e diffondere la cultura e la civiltà dei nativi della Polinesia, ancora in gran parte incontaminata ai tempi in cui Stevenson e Melville, con il grande francese, ebbero la fortuna di venire a contatto con essa.
(“Onze menus”) “Rupe Farani Rupe Tahiti” (Bella Francia, Bella Thaiti)
Litografia (16 X 20 cm) enucleata dagli Onze menus de Paul Gauguin, Menus propos de Robert Rey, Genève, Gérald Cramer, 1950. 132 p., ill. a colori., in-4°, n.1H 56 (su 400 numerati), vélin pur fil delle cartiere del Marais, Coulouma imprimeur s.a., faubourg Saint-Honoré, Paris,fototipi Duval, coloritura Edmond Vairel. Proprietà della famiglia Martini pmartini55@aol.com