Venezia 2013 – A luci spente: Spot sulla 70a Mostra d’Arte Cinematografica

Terry Gilliam, The zero theorem, Venezia, 70a Mostra d'Arte Cinematografica
Terry Gilliam, The zero theorem, Venezia, 70a Mostra d’Arte Cinematografica

Terry Gilliam – The zero theorem

Quasi trent’anni dopo Brazil, Gilliam torna ad affrontare il genere fantascientifico con un approccio totalmente nuovo. Uno degli elementi più interessanti e riusciti del film è sicuramente la sua visione di un futuro (non troppo lontano) in cui si può notare l’assenza di auto volanti in un traffico autoregolamentato ed in cui ci si può immedesimare e immaginare data l’ormai definita età del social networking a cui ci siamo abituati. Quando è di scena la società del futuro infatti salta agli occhi la dipendenza dei personaggi verso i loro tablet e la loro mancanza di relazionalità verso il prossimo. La sceneggiatura forse è poco entusiasmante ma coerente fino alla fine. Un ottimo Christoph Waltz aiuta a colmare la brevità e le aspettative mancate di un film comunque da vedere.

Sion Sono, Why don't you play in hell?, Venezia, 70a Mostra d'Arte Cinematografica
Sion Sono, Why don’t you play in hell?, Venezia, 70a Mostra d’Arte Cinematografica

Sion Sono – Why don’t you play in hell?

Sion Sono presenta a Venezia la sua ultima fatica: un film divertentissimo che celebra il cinema rendendo protagonisti gli addetti ai lavori e mettendo alla prova gli spettatori attraverso innumerevoli cliché e citazioni. Sullo sfondo di una guerra tra jakuza un gruppo di giovani cineasti cerca di realizzare il film perfetto. Why don’t you play in hell sorprende per la sua ricerca nei dettagli e le scelte registiche che fanno parte di un filone orientale che si sta sempre più imponendo nel panorama internazionale. Basti pensare all’impressionante livello che raggiunge il lungo finale splatter. Degno del migliore Tarantino, Sion Sono realizza quello che diventerà sicuramente un cult per gli amanti del genere.

 

Errol Morris, The unknown known, Venezia, 70a Mostra d'Arte Cinematografica
Errol Morris, The unknown known, Venezia, 70a Mostra d’Arte Cinematografica

Errol Morris – The unknown known

Uno dei due documentari in concorso per il leone d’oro quest’anno, genere fortemente voluto dal direttore della mostra Alberto Barbera, è stato il nuovo lavoro di Errol Morris: The Unknown Known. Documentarista statunitense affermato, Morris nel suo nuovo lavoro compie un’attenta e personale analisi della vita e dell’operato dell’ex ministro della difesa americano Donald Rumsfeld. Il documentario è in parte composto da interviste a mezzo busto del politico americano ed in parte da immagini di repertorio e grafiche esplicative. Ne risulta un buon film, che lascia molte questioni aperte su cui riflettere.

 

Kelly Reichardt, Night moves, Venezia, 70a Mostra d'Arte Cinematografica
Kelly Reichardt, Night moves, Venezia, 70a Mostra d’Arte Cinematografica

Kelly Reichardt – Night moves

Night Moves è il nuovo film di Kelly Reichardt. La regista, già presente a Venezia tre anni fa e duramente criticata dall’allora presidente della giuria Quentin Tarantino, aveva in realtà ha riscontrato anche molte critiche positive. Il suo nuovo film, la cui sceneggiatura è stata accusata di plagio nei confronti dello scrittore Edward Abbey, è quello che molti hanno definito un “ecothriller”, in cui tre amici tenteranno di far saltare in aria una diga idroelettrica, con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sull’eccessivo consumo che un sistema di questo tipo comporta. Un’inedita Dakota Fanning e la conferma di Jesse Eisenberg, perfetti nei rispettivi ruoli, aiutano l’ottima regia della Reichardt a completare un’opera originale e profonda.

 

Daniele Gaglianone, La mia classe, Venezia, 70a Mostra d'Arte Cinematografica
Daniele Gaglianone, La mia classe, Venezia, 70a Mostra d’Arte Cinematografica

Daniele Gaglianone – La mia classe

All’interno della sezione “Giornate degli autori” è presente il nuovo lavoro di Daniele Gaglianone, regista italiano che i più attenti conosceranno per i suoi ottimi precedenti lavori Nemmeno il destino e Ruggine. La mia classe è un metafilm in cui il sempre ottimo Valerio Mastandrea interpreta il professore di una classe di extracomunitari desiderosi di imparare la nostra lingua. L’ironia dell’attore romano, che si sposa perfettamente con il suo ruolo e la naturalezza degli studenti, attori perlopiù alla prima esperienza, rendono l’opera più che godibile, a metà tra finzione e realtà.

 

Hayao Miyazaki – The wind rises

Hayao Miyazaki, The wind rises, Venezia, 70a Mostra d'Arte Cinematografica
Hayao Miyazaki, The wind rises, Venezia, 70a Mostra d’Arte Cinematografica

The wind rises è, come saprete, quello che il maestro giapponese Miyazaki ha dichiarato essere l’ultimo film della sua incredibile carriera. Un’opera commovente e adulta, che a differenza dalle precedenti abbandona il genere fantastico per raccontare una storia più personale e realistica. È la vera e struggente storia di Jirō Horikoshi: ingegnere giapponese che lungo il corso della seconda guerra mondiale progettò alcuni degli aerei che vennero usati nei combattimenti ad alta quota. Il film è tratto dall’omonimo manga, scritto dallo stesso Hayao Miyazaki.

 

Kim Ki-duk, Moebius, Venezia, 70a Mostra d'Arte Cinematografica
Kim Ki-duk, Moebius, Venezia, 70a Mostra d’Arte Cinematografica

Kim Ki-duk – Moebius

Solo un anno dopo aver vinto il leone d’oro con Pietas, Kim-Ki-Duk torna a Venezia, questa volta fuori concorso, con un film che molti hanno definito scandaloso e la cui trama è di difficile descrizione. La proiezione fuori concorso delle nove del mattino in sala grande mette a dura prova i presenti, che sembrano comunque molto soddisfatti. Effettivamente uno dei film più sconvolgenti mai realizzati, Moebius sembra voler esplorare nuovi confini tra i generi, passando dal melodramma allo splatter, dal tragicomico al surreale, accompagnato da una colonna sonora, o forse è meglio dire da un unico motivo, che rimane nella testa anche nei giorni successivi. In sala in questi giorni.

Davide B.

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