Biennale Musica – Steve Reich Leone alla carriera

In Primo piano Steve Reich, Leone d'oro, e il direttore del concerto Jonathan Stockhammer (a sinistra) al Teatro alle Tese dell'Arsenale. Credits Akiko Miyake
In Primo piano Steve Reich, Leone d’oro, e il direttore del concerto Jonathan Stockhammer (a sinistra) al Teatro alle Tese dell’Arsenale di Venezia. Credits Akiko Miyake

Questo fine settimana con i concerti di ProdeSavron, Ensemble Intercontemporain e l’opera da camera Kater I Rades – Il Naufragio, Biennale Musica volge al termine.
Nelle giornate inaugurali del 58. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, a 77 anni, il compositore Steve Reich aveva regalato al pubblico una memorabile conferenza pomeridiana al pubblico delle Corderie dell’Arsenale, e tre significativi concerti, il primo alla matinée del Teatro Piccolo Arsenale e gli altri due, la sera, al suggestivo Teatro alle Tese in occasione della consegna del Leone d’Oro.

Il Leone d’Oro è il riconoscimento per la carriera del maestro minimalista, che fin dagli anni Sessanta ha saputo rinnovare la musica contemporanea interiorizzando le lezioni del neoclassicismo stravinskiano, delle tradizioni musicali orientali, del dadaismo e delle suggestioni della scuola di Darmstadt e di Cage, utilizzando l’improvvisazione jazz e le nuove tecnologiche della musica elettronica nei suoi “flussi di coscienza” o happenings musicali.
La ripetizione canonica di elementi minimali e di citazioni colte e pop, l’arricchimento del tema prodotto dal “defasaggio” di più linee melodiche e dal “loop” dei nastri magnetici, hanno contribuito a creare un tipo di musica che dall’apparente destrutturazione formale ricava nuove strutture melodiche ritmicamente sostenute e graditissime al pubblico che ha sempre acclamato, con Steve Reich, anche gli altri – famosi – Minimalisti americani: La Monte Young, Terry Riley, Philip Glass e l’inglese Michael Nyman. Gli ultimi due sono gli autori di molte colonne sonore, come ad esempio, Glass, dei film Koyaanisqatsi, Mishima, Kun Dun, The Truman Show, Sogni e Delitti e, Nyman, di quasi tutto Greenaway, tra cui il capolavoro Giochi nell’acqua, ma anche di Lezioni di piano e di The Libertine.
L’Eco Ensemble ha interpretato al Teatro Piccolo in un’esecuzione perfetta l’opera Nagoya Marimbas, un omaggio allo strumento di origine africana ma anche all’oriente, al Giappone del Nagoya College of Music che ha commissionato questo prezioso lavoro per due marimbe in occasione dell’inaugurazione del prestigioso istituto nel 1994. Quest’opera costituisce una raffinata meditazione dalle sfumature estremo orientali sulle composizioni degli anni Sessanta e Settanta dello stesso Reich, ispirate agli studi etnomusicologici del maestro e collega Terry Riley sullo zen, sui raga indiani e sulla musica delle gamelan balinesi.
L’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari diretta da Jonathan Stockhammer durante la serata si è prodotta in due esecuzioni di grande livello. La prima, l’imprescindibile, applauditissimo capolavoro Triple Quartet (1998), dove il grande fascino classico delle corde vibrate si lega alle citazioni da Stravinsky e Debussy, Gershwin, Bartòk e Ligeti, trasportando l’udito sul filo degli intrecci e delle variazioni melodiche dei canoni e del contrappunto nella declinazione ritmica “veloce-lento-veloce”.
La seconda opera eseguita, decisamente di più difficile, se non di arduo ascolto , specie se confrontato al precedente, è non di meno affascinante: City Life. Dedicata alle sonorità metropolitane, alquanto stressanti, della città di New York, la composizione è orchestrata per ensemble amplificato, in cui il compositore si avvale di rumori, (Russolo, Cage) e suoni preregistrati (Berio) eseguiti dalle tastiere. Lo slang della folla, il clacson (Gershwin), le voci dei vigili del fuoco e le sirene (Varèse) evocano infatti i clangori del primo attentato alla torre n. 1 del Word Trade Center del 1993, quasi ad esprimere un dialogo-schermaglia, letale, tra l’individuo e la soffocante società contemporanea.
Appaluditissimi Compositore, Direttore e Orchestra

Roberta Reali

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