#Venezia74 / La timida anzianità di Our Souls at Night

Venezia#74 Jane Fonda e Robert Redford si abbracciano al photocall del film Our Souls At Night, regia di Ritesh Batra. Foto Octavian Micleusanu
Venezia#74 I Leoni d’Oro alla Carriera Jane Fonda e Robert Redford si abbracciano al photocall del film Our Souls At Night, regia di Ritesh Batra. Foto Octavian Micleusanu

Hegel osserva da qualche parte che tutti i grandi avvenimenti e i grandi personaggi della storia universale si presentano, per così dire due volte. Ha dimenticato di aggiungere: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa
K. Marx

Venezia – ed eccoli qui nella loro “nubile vedovanza” i “Leoni d’oro alla carriera” Jane Fonda e Robert Redford, approdati alla Kermesse Veneziana, ospiti della Mostra del Cinema non solo per aggiungere un’altra tacca nello scaffale dei trofei ma anche per solleticare la sorte. Il celebre duo si propone al ciack di Ritesh Batra (Lunchbox, 2013), un regista Indiano di soli trentotto anni, che forse rimane in penombra, o forse non è abituato alla vecchiaia e all’amore?

Venezia#74 Jane Fonda al photocall del film Our Souls At Night, regia di Ritesh Batra. Foto Octavian Micleusanu
Venezia#74 Jane Fonda, Leone d’Oro alla Carriera, al photocall del film Our Souls At Night, regia di Ritesh Batra. Foto Octavian Micleusanu

Ma veniamo al lancio in Conferenza Stampa: lui è ancora il sex symbol “da batticuore”; lei che sembra davvero aver sconfitto il tempo in una gara mai alla pari. La Diva è più forte e sicuramente più spigliata di Redford in conferenza stampa, ammalia e arringa. “Perché questo nuovo film insieme? – esordisce con malizia Jane Fondaperché amo Robert Redford come cineasta, volevo vedere la sua trasformazione, desideravo innamorarmi di lui ancora e ancora, mi sono sempre innamorata di lui, sperando che non fosse troppo tardi”. Nel film “Our Souls at Night”, i due attori interpretano due anziani vicini di casa, entrambi vedovi e con i figli lontani, che iniziano con gentile timidezza a frequentarsi.
È Addie (Jane Fonda) che prende l’iniziativa –  “Ma già ai tempi in cui giravamo “A piedi nudi nel parco” ero io che prendevo l’iniziativa” – chiosa l’attrice – proponendo a Louis (Robert Redford) di andare, qualche notte, a dormire da lei: “Così, solo per parlare”.
Louis accetta e piano piano, tra i due si instaura un sentimento che non pensavano più di poter provare. “Perché non ho fatto io la regia? Perché – risponde Redfordarrivi ad un punto della tua carriera in cui devi fare delle scelte. Magari hai avuto un certo successo – e io un po’ l’ho avuto – ma proprio questo successo devi metterlo a disposizione, devi lasciare che qualcun altro, magari meno conosciuto di te, possa mettersi alla prova. Che è quello che mi prefiggevo quando ho fondato il Festival di Sundance che è nato da un laboratorio di cinema dal quale sono usciti registi, appunto, come Ritesh Batra. Registi che devono confrontarsi con un mondo, quello del cinema hollywoodiano, spesso autoreferenziale, per questo con il Sundance Film Festival gli diamo la visibilità che meritano”.
Sono le donne, quindi le più intraprendenti? : “Tra i due film (“A piedi nudi nel parco” e questo “Our Souls at Night”) – risponde Jane Fondaci sono diverse analogie, anche nel primo ero io che prendevo

Venezia#74 Jane Fonda sul Red Carpet del film Our Souls At Night, regia di Ritesh Batra. Foto Octavian Micleusanu
Venezia#74 Jane Fonda, Leone d’Oro la Carriera, sul Red Carpet del film Our Souls At Night, regia di Ritesh Batra. Foto Octavian Micleusanu

l’iniziativa anzi, ero io che dovevo controllarmi, così come in questo sono ancora io che propongo a Louis di passare le notti da me: e poi lui bacia benissimo”. “Con Jane, le cose sono andate benissimo fin dall’inizio – risponde Robert Redford niente discussioni, niente problemi: c’era l’amore, c’era la connessione, c’era il contatto ma c’era anche tanto lavoro”. “Con l’età l’amore cambia – rispondono entrambi gli attori – ma in meglio, siamo più coraggiosi, non abbiamo più niente da perdere” Conta più la carriera o l’attivismo? “Non mischierei l’arte con la politica – risponde Redfordcerto uno dei problemi più grossi che abbiamo è quello di salvare il pianeta”. “Soprattutto – interviene Jane Fonda, rispolverando il proprio passato barricadiero – salvarlo dalla svolta (a destra, ndr) intrapresa nel nostro Paese”. Perché ho prodotto questo film? “Perché mi sono reso conto – risponde Robert Redford che oggi il mercato cinematografico è rivolto soprattutto al pubblico dei giovani e dei ragazzi, poi le storie d’amore hanno sempre funzionato ma soprattutto perché volevo fare ancora un film con lei (Jane Fonda), prima di morire, in un film che riflette la nostra vera età”.

Venezia#74 Jane Fonda sul Red Carpet del film Our Souls At Night, regia di Ritesh Batra. Foto Octavian Micleusanu
Venezia#74 Jane Fonda , Leone d’Oro alla Carriera, sul Red Carpet del film Our Souls At Night, regia di Rites Batra. Foto Octavian Micleusanu

Certo che c’è speranza nel futuro” – conclude l’attore –  “Magari scopri di non essere stato il genitore che avresti voluto essere – riprende Jane Fonda pensando al suo personaggio nel film – ma se hai fatto tutto quello che hai potuto, i tuoi figli ti ameranno”. Due icone del cinema, quello con la C maiuscola, due icone che si abbracciano ancora, seppur la melanconia della direzione lascia una narrativa laconica e piuttosto arida rispetto alle attese. Del duo dicevamo (insieme hanno girato “La caccia”, “A piedi nudi nel parco”, “Il cavaliere elettrico”, prima di questo “Our Souls at Night”): ma due icone anche nella vita, due scanzonati bimbi di ottant’anni che sembra ancora di vedere, agli inizi della carriera, girare sotto braccio nei corridoi della Paramount, sotto l’ombrello che sembra resistere ad ogni intemperie, del grande sogno di Hollywood: l’eterna giovinezza. Infine un “prodotto della scuola del Sundance Film Festival e del laboratorio di Cinema fondato da Redford”, come ha dichiarato il regista Ritesh Batra, alla prova con due giganti, il risultato è arido, laconico, inespressivo; la vecchiaia; unico motivo di orgoglio in una farsa che pare spuntata così pure come una tenerezza nascosta bene dietro al volto delle New Cinema Industries indiane.

Gaspar Ozur

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