Suoni, ricerca e partiture: Venezia, Biennale Musica. EST!

Michele Marco Rossi,, Biennale Musica 2017, Courtesy La Biennale di Venezia / foto A. Avezzu’
Michele Marco Rossi,, Biennale Musica 2017, Courtesy La Biennale di Venezia / foto A. Avezzu’

Quando le luci si allungano e piano piano inizia l’autunno, in quell’arco di tempo tra fine settembre e inizio ottobre, Venezia è bellissima più che mai e ospita vari eventi dedicati alla musica come ambito di ricerca del contemporaneo. Biennale Musica invita all’ascolto dei suoni ispirati ai mondi estremo-orientali e infatti l’edizione 2017 viene intitolata EST! e , come sempre, annovera un mix di musicisti provenienti da tutto il mondo.“Il tema dell’Oriente è un importante filo rosso che lega tra loro molti dei concerti del programma – dichiara il Direttore Ivan Fedele. Un filo rosso che si snoda tra i solchi profondi delle pratiche di una tradizione sempre viva che irrora i sentieri della creatività di molti degli autori più rappresentativi di quella ampia regione del continente asiatico che include Cina, Corea e Giappone. Autori che, peraltro, hanno un rapporto di frequentazione con l’Occidente”.
Il Leone d’Oro alla carriera è stato assegnato a Tan Dun, compositore cinese, residente a New York, noto e affermato per i suoi lavori che hanno intrecciato frequentazioni e coniugazioni con le tradizioni dell’Occidente. Il Leone d’Argento per l’innovazione è stato assegnato a Dai Fujikura, compositore giapponese residente in Gran Bretagna, affermatosi come un’importante realtà nella musica di oggi.
Immaginato da Karlheinz Stockhausen come una grande preghiera musicale per danzatore-mimo e orchestra, il Festival si inaugura con il viaggio spirituale di Inori al Teatro alle Tese dove la partitura eterogenea di gesti e il vocabolario devozionale di varie religioni, fa da ambiente di risonanza alla musica spazializzata dell’orchestra.
Alcune novità in programma, come la presenza del performativo sul palco insieme ai musicisti trasformano alcuni appuntamenti in dei veri e propri spettacoli. Entrano in gioco musica strumentale, elettronica, video, danza e pittura dal vivo nelle visual performance dell’ensemble Hanatsu miroir, come La vallée des Merveilles al Teatro alle Tese, che l’autore delle musica Maurilio Cacciatore, già invitato a Biennale College e ora molto attivo negli Stati Uniti, definisce “una scrittura a metà tra musica da camera e teatro che segna a mio avviso uno spazio nuovo nella creazione contemporanea”.
Ancora nuovo, un intero focus dedicato ad uno strumento – quest’anno il violoncello – che valorizza, diffonde e approfondisce, attraverso alcuni artisti invitati, gli elementi essenziali e più sconosciuti dello strumento, delle sue tecniche e delle sue evoluzioni artistiche.
Tutto in un matineé, un pomeriggio e una sera di ascolti ed esecuzioni molto differenti. Michele Marco Rossi, Séverine Ballon e Arne Deforce sono i tre solisti protagonisti di programmi diversamente declinati dalla sperimentazione con l’elettronica– che presentano 8 prime italiane e 2 assolute con Rebecca Saunders, Chaya Czernowin, Liza Lim, Iannis Xenakis, Sofia Avramidou, Arturo FuentesRaphael Cendo, Franck Bedrossian, Richard BarrettThierry Blondeau, Gabriele CosmiLucia Ronchetti – ci immergono “in un mondo sonoro che trasfigura il suono familiare di uno strumento-simbolo della nostra tradizione occidentale come il violoncello in un universo di nuove dimensioni acustiche e di approcci creativi davvero stupefacente per originalità e novità” (Ivan Fedele).

Enrico Rava con il New Quartet, alla Sala delle Colonne, di Ca' Giustinian. Venezia Biennale Musica 2017
Enrico Rava con il New Quartet, alla Sala delle Colonne, di Ca’ Giustinian. Venezia Biennale Musica 2017
Thierry Miroglio, Biennale Musica 2017, Courtesy La Biennale di Venezia / foto A. Avezzu’
Thierry Miroglio, Biennale Musica 2017, Courtesy La Biennale di Venezia / foto A. Avezzu’

Anche l’appuntamento delle 23, Aperto è in qualche modo una novità, confermata dall’edizione precedente, che invita alcuni artisti di un panorama più ampio della produzione musicale ad esibirsi all’interno del festival delle Biennale. Indimenticabile la serata jazz dedicata ad Enrico Rava andata in scena nella Sala delle Colonne con il suo New Quartet, presentando il suo nuovo lavoro realizzato negli ultimi mesi. Un’emozione fortissima poter udire dal vivo la maestranza sonora della sua tromba e liocorno. Sempre presenti performance/esecuzioni dedicate alle percussioni e alle sue evoluzioni.
L’instrumentarium del percussionista nel momento in cui la storia della musica contemporanea ha cominciato a fluire anche attraverso questo strumento e il contributo che le culture extra europee hanno dato nell’ampliare gli orizzonti compositivi. Un’eccellenza come il percussionista Thierry Miroglio, per sperimentazione, capacità tecniche, rischio ed estro creativo offre con la sua performance un altro spaccato tra Oriente e Occidente. Con il giapponese Ichiro Nodaira, i cinesi Shuya Xu e Zhang Xiaofu, quest’ultimo considerato probabilmente il più importante compositore di musica elettronica in patria, ed inoltre il cileno José Miguel Fernández, impegnato anche nel live electronics del concerto al Teatro alle Tese.
Immancabile la forte presenza della ricerca nella musica elettronica, anche con alcuni ritorni dalla Biennale College dello scorso anno, come il compositore russo Alexander Chernyshkov, autore dell’originale Trascrizione di un errore. Per questo esperimento, che chiude il palinsesto della Biennale Musica 2017, Chernyshkov, in dialogo con i musicisti di Tempo Reale, il centro fiorentino di ricerca sul suono fondato da Luciano Berio, opera un mix “vintage” tra dispositivi e tecnologie realizzando una partitura che unisce strumenti della quotidianità (relè di ascensore, stampanti ad aghi, floppy disk obsoleti, ecc.) con l’apporto – fuori da schemi convenzionali – di due talentuosi  polistrumentisti. E proprio dalla musica elettronica, proviene un compositore che è stato tra gli indiscussi protagonisti del secolo scorso e che più volte in prima persona ha collaborato con la stessa Biennale Musica, Luigi Nono, cui Venezia ha dedicato quest’anno un Festival parallelo nell’isola della Giudecca, dall’altra parte dell’acqua, di cui parleremo.
Livia Marques / gnomix.net

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