
Fino al 15 gennaio (ora prorogata al primo maggio) sarà possibile visitare la prima mostra virtuale e immersiva interamente dedicata a Wassily Kandinsky a Montecatini Terme.
Ad introduzione dell’esposizione vi è un’anticamera dedicata all’immersione nella concretezza della pittura, decorata con i d’après di uno dei quadri che segnarono la svolta dalla pittura figurativa all’astrazione: Wassily Kandinsky realizzò la Dama a Mosca a olio su tela nel 1912.

Questa versione è stata per molti anni tema d’esame del pittore Gian Paolo Berto, già professore d’incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Roma: oggi, Berto presenta un suo magistrale d’après, insieme a quelli degli allievi, in omaggio al grande pittore russo.
L’originale di Wassily Kandinsky (108, 8 x 108, 8 cm, Städtische Galerie, Monaco) dal punto di vista formale rappresenta una sintesi delle esperienze del Blaue Reiter, con l’innesto di forme simbolico-astratte su di un impianto espressionista. I livelli di lettura dell’opera sono stratificati: biografico, letterario, storico e spirituale. V’è inoltre la citazione del misterioso “Ritratto della Signora M.” (1890 ca., Parigi, Orsay) del Doganiere Henri Rousseau, omaggio all’arte dei primitivi. Il ritratto è sovrapponibile a una foto di Gabriele Münter, che fu compagna dell’artista fino al 1915.

Il testo pittorico contiene, poi, chiari riferimenti al racconto di Anton Chekhov “La signora con il cagnolino”(1889), storia di un uomo sposato e misogino, che diviene l’amante di una giovane donna; l’amore ad un certo punto perde di senso e avviene la separazione. Anche la relazione tra Gabriele e Wassily era allora prossima al volgere.
Nel quadro, un omino che legge il giornale, passa in carrozza accanto al volto della Dama, ignorandola. La sue testa è, tuttavia, circondata da un alone illuminato: ciò raffigura la visione interiore che, da un piano di coscienza elevato, egli ha dell’amata e del loro amore, ben più reale della propria ombrosa esistenza.
La scena è ambientata nella Okothnyi Riad, nei pressi del Cremlino e della la via degli Zar (Tverskaya) che conduce a San Pietroburgo, teatro della Rivoluzione d’Ottobre nel 1917.

Il cuore di Mosca è lo sfondo pulsante, e co-protagonista del quadro con la figura centrale della Dama, che s’incunea nella prospettiva luminosa della strada, culminante con le cupole dorate della piazza delle Cattedrali, centro geometrico della città. Ai lati, il coro cromatico e luminoso dei palazzi.
La Dama, vestita di giallo (intelligenza spirituale) è una donna emancipata, un’artista, che veste con un abito castigato, chiuso da dodici bottoni, il numero dei Chackra, uniti da un ricamo sinusoidale che ricorda il movimento dell’energia vitale lungo la spina dorsale.
Accanto al suo corpetto aleggia la miniatura dell’amante, vestito del colore purpureo dell’amore spirituale (Goethe-Steiner);i pomelli rossi del volto di lei manifestano un moto emozionale, riferito alla saggezza popolare della Matrioska e dei molti mondi in uno; a destra un tavolino regge il piccolo cane bianco, simbolo di fedeltà coniugale.
La mano sinistra regge la rosa della comunità spirituale, che risalta nell’ovoide blu dell’aura, mantello devozionale della donna, che si rivela così come icona. Il motivo caldo e dinamico della rosa, il profumo mistico della stessa, determinano il vortice del sentimento che si eleva per contrastare l’evento più drammatico della tela, l’incombenza della macchia nera (melancolia/follia) sul sole rosso che riscalda e vivifica tutto l’organismo della città, quasi a volerlo eclissare.
Nel 1915 scoppierà il primo conflitto mondiale, Münter e Kandinsky si separeranno e l’artista tornerà a Mosca, poco prima della Rivoluzione.
Andrea Giuliani offre della dama una versione notturna, un’impronta fotografica al negativo, che si presenta capovolta nella visione astrale illuminata dal chiaro di luna.
Anche Giorgia Marzi sceglie le gamme dei blu e degli azzurri per un raffinato notturno a monocromo,, in omaggio al celebre blu di Kandinsky. Il testo esplora la dimensione lirica e tonale del colore kandinskiano al di là della sua concreta potenza simbolica.
Ilaria Rezzi dipinge una tavola interagita con la pittura del maestro, e, nell’appropriazione pittorica del soggetto, introduce a collage la memoria del volto di una donna africana, che ne rivela la necessità e la sofferenza.
Alessia Severi realizza una versione mediterranea della Dama, interpretando il vortice rosa come simbolo di trasformazione alchemica, alla maniera della pittrice Georgia O’Keeffe, anch’ella, così come Kandinsky, artista ispirata dalla Teosofia.
R. Reali
Kandinsky Color Experience
curatori Roberta Reali – Alessio Bortot
artisti multimediali: Mediamash
produzione: Teatro Verdi Montecatini
Palazzina Terme Tamerici – Montecatini Terme
15/09/2018 – 15/01/2019 – PROROGATA AL i/05/2019
http://www.kandinskycolorexperience.it/