
Quest’anno il Padiglione Sudafrica ospita un raffinato allestimento di The Theatre of Apparitions, l’opera più nota dell’artista newyorkese, di stanza a Johannesburg, Roger Ballen. Perfettamente allineata con il dettato post-surrealista-brut- dark della direttrice Alemani, la scelta delle foto stampate su tela retroilluminata che raffigurano in uno splendido b/w sagome ricavate con un procedimento “dada-calcografico” dalla polvere depositata sulle finestre di un ex manicomio femminile (2010-2013).
Ballen è regista e testimone di una surreale messa in scena colma di humor nero, dov’é rappresentato il gioco delle pulsioni ancestrali che è metafora di una realtà contemporanea distopica, in piena decadenza.Nel teatro dell’assurdo che affiora dal subconscio dell’artista, infatti agiscono l’efferatezza e il degrado legati agli istinti più oscuri e primevi annidati nell’animo umano.

Sullo sfondo dell’etere animista che si disegna sulla lastra di vetro/materia fotografica, trovano piena libertà d’espressione i fantasmi delle guerre, delle mutilazioni, delle torture di cui è stato testimone il Sudafrica, patria d’elezione: un riflesso dell’oscurità del reale, che, portato alla luce, è destinato a lasciare tracce indelebili nella mente, nel corpo e nella psiche profonda del fruitore. Un esercito di omuncoli, ominidi, umanoidi, post-umani, semidei, animali, golem, gargoyle, Lilith, lemuri, incubi, succubi – ed altri esseri mostruosi, primordiali, che rimandano di volta in volta alle poetiche di Bosch, Dubuffet, Füssli, Goya, Schärer, Schiele, Erwin, Arbus ecc. – è trasposto per mezzo di una controllatissima sperimentazione tecnico-formale dalla mente dell’artista all’interno dell’opera, nel contesto di una danza macabra e ferale retta dalle leggi di natura al ritmo vitalistico di una sessualità potente, deviata e ctonia, che segna l’alternarsi dionisiaco e brutale di Eros e Thanatos. Il lavoro sulle “apparizioni” di Ballen è intriso dell’esperienza africana e del rapporto con la storia e il presente del mondo occidentale e della sua arte.

Roger Ballen mutua il lessico artistico sintetico del Continente nero, dell’antico Egitto, dell’espressionismo viennese, s’ispira a Man Ray, a Dada, all’art Brut e Outsider, a Diane Arbus, al graffitismo, di cui troviamo raffinate citazioni nella teoria di crudeltà e di orrori messa in scena con distacco surreale e sublime.
Artist: Roger Ballen
59. Biennale d’Arte
Pavilion: South Africa Pavilion (Republic of)
Title: Into the Light
Arsenale, Arsenale, Castello
Commissioner: Nosipho Nausca-Jean Ngcaba (Ambassador in Italy)
Curator: Amé Bell
Exhibitors: Roger Ballen, Lebohang Kganye, Phumulani Ntuli
Roberta Reali