Modernikon, ed ecco la Russia oggi


Andrey Kuzkin Levitation Heroes
Andrey Kuzkin, Levitation Heroes, 2010 - Sculptures, bread, salt Courtesy Stella Art Foudnation, Moscow

Un percorso che mira a rendere evidente l’attualità dell’arte di un paese, la Russia, che resta tutt’oggi ancora poco conosciuto a noi occidentali.

Questa è Modernikon. Arte contemporanea dalla Russia, esposizione curata col piglio del talent scout da Francesco Bonami e Irene Calderoni.
La mostra è organizzata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, in collaborazione con la Fondazione Victoria – The Art of being Contemporary di Mosca, ed esplora una scena giovane e in divenire, che sente l’urgenza di esprimersi lontano dagli schemi imposti del passato regime sovietico.
La mostra presenta al pubblico le più nuove ed interessanti ricerche artistiche di un Paese che solo di recente si è proposto sulla scena internazionale.
Il sistema dell’arte contemporanea in Russia si è formato negli anni Novanta, in concomitanza con gli estremi rivolgimenti politici e sociali seguiti alla caduta dell’Unione Sovietica. In quel periodo molti artisti hanno considerato l’arte uno strumento d’intervento sociale, un mezzo per agire direttamente sulla realtà, nella grande tradizione dell’avanguardia storica. La nuova arte aveva connotazioni politiche e un’estetica radicale, caratterizzata dal gusto per la provocazione e lo scandalo.
Oggi l’arte contemporanea russa è entrata in una nuova fase della sua evoluzione, come ha dichiarato Anatoly Osmolovsky, uno tra i più interessanti e influenti artisti russi. L’idea della pratica artistica come forma di azione diretta ha lasciato spazio a un approccio più riflessivo che mette al centro l’opera d’arte, riconsiderando l’eredità modernista e le sue ambizioni di rinnovamento sociale ed estetico. Il titolo della mostra, Modernikon, fonde il riferimento al moderno con la più classica delle forme artistiche russe, è una parola sospesa tra presente e passato, tra l’idea di un’immagine che vuol essere nuova e attuale e, al contrario, la mitologia di un progetto culturale superato.
Anna Parkina, The Case is Open II, 2007
Anna Parkina The Case is Open II, 2007 Gouache, photocopy and ink on paper 58 x 68 cm Courtesy Wilkinson Gallery, London

Gli artisti in mostra gettano uno sguardo su questo luogo sospeso, creando immagini caratterizzate da una forte impronta autoriflessiva. Alcuni, tra cui lo stesso Osmolovsky, Dmitry Gutov, Victor Alimpiev, Vladimir Logutov, Stas Shuripa rivendicano lo spazio di un discorso artistico autonomo, di un’opera d’arte indipendente dalla rappresentazione della realtà, esplorando le potenzialità di ogni mezzo espressivo e di ogni genere artistico, da quelli più tradizionali quali pittura e scultura a quelli  contemporanei come il video e l’installazione.

Unità d’Italia: l’arte per ridefinire l’Italia

Italiae 150 piazze per ri-disegnare il Paese
Da castellodirivoli.org

150 anni. Tanti ne sono passati dall’unità d’Italia. Mentre la si mette in discussione, la si celebra anche.
Oggi, 19 ottobre, alle ore 15.00, Anna Pironti, direttore del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli – Museo d’arte contemporanea, presenta a Villa Caldogno (VI) il progetto Italiae, 150 piazze per ri-disegnare il Paese. Inserito nel palinsesto di Esperienza Italia 150 – le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia – all’interno del quale sono realizzate da ormai un anno attività ed eventi per realizzare insieme a bambini, ragazzi e famiglie diverse rappresentazioni del nostro Paese: 150 città italiane, 150 piazze d’Italia, 150 eventi da condividere sul territorio nazionale, 150 Italiæ da realizzare con il coinvolgimento di tutti e 150 sguardi sulla varietà, ricchezza e complessità dell’Italia.

Il progetto di rete nazionale mira a promuovere elementi di cultura contemporanea nel contesto storico e di attualizzare la dimensione storica nel tempo presente. Coinvolte 150 piazze, rappresentative di culture, tradizioni e identità territoriali diverse: non solo grandi città o piazze centrali, ma anche borghi e periferie, in considerazione dell’estrema varietà del tessuto urbano e culturale italiano. A partire dalla forma dell’Italia saranno elaborate infinite varianti, in riferimento alla specificità dei singoli luoghi e in relazione all’opera degli artisti contemporanei che hanno lavorato sulla forma dello Stivale: ritratti del Bel Paese, espressioni di un’Italia unica e molteplice. Centinaia di esemplari di Italiae confluiranno dalle diverse città a Torino in occasione delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia.

Diversi gli eventi realizzati ad oggi, tra i quali a Cherasco (Cn), Piazza del Municipio, 29 maggio 2010 “L’Italia dei colori”. Grande azione di pittura collettiva, Verona, Piazza Bra, 2 giugno 2010 “Nella forma dello Stivale”, un gigantesco prato verde in gomma-spugna con margherite bianche e papaveri rossi, in omaggio ai colori della bandiera italiana. Complessivamente, oltre 25.000 persone hanno partecipato agli eventi realizzati
L’incontro di oggi a Caldogno si rivolge principalmente a insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, dirigenti scolastici e assessori all’istruzione e rientra nell’ambito di “Provincia italiana”, Evento collaterale alla Biennale Architettura, promosso da C4, centro di formazione che utilizza i linguaggi dell’arte contemporanea come strumenti per sviluppare le competenze professionali.
La sede del Centro è Villa Caldogno, edificio cinquecentesco attribuito ad Andrea Palladio situato a pochi chilometri a nord di Vicenza.
Questo articolato progetto di formazione con l’arte è stato avviato nel 2006 nell’ambito di un più vasto percorso di riqualificazione del territorio e valorizzazione dell’identità locale e grazie alla volontà della Regione del Veneto, del Comune di Caldogno e della Provincia di Vicenza e al supporto di alcuni partners.
Le attività di C4 sono dedicate a studenti, insegnanti, dirigenti della pubblica amministrazione e manager d’impresa.

Grande cubo specchiante, visione della totalità

Michelangelo Pistoletto, Grande cubo specchiante - Luogo di riflessione e meditazione, 2007; Photo: Enrico Amici; Courtesy Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Le Moulin

Metrocubo d’Infinito in un Cubo Specchiante. E’ una struttura cubica ricoperta esternamente di opache lastre in acciaio e all’interno rivestita completamente di specchi.

Fino al 23 gennaio 2011, questa installazione di Michelangelo Pistoletto è ospitata presso il cortile interno di Palazzo Strozzi di Firenze, in omaggio alla straordinaria architettura rinascimentale fiorentina.

L’evento riprende le analoghe iniziative che, rispettivamente nel 2008 e nel 2009, avevano visto Wang Yu Yang (Harbin, Cina, 1979) e Yves Netzhammer (Sciaffusa, Svizzera, 1970) realizzare installazioni ambientali site specific.
L’opera da vita a un percorso nel quale il pubblico può vivere l’esperienza di un luogo senza limiti, che si estende all’infinito. Al centro dello spazio è collocato il Metrocubo di Infinito (1966), storica opera dell’artista piemontese costituita da superfici esternamente opache ma specchianti verso l’interno, facendo giungere al culmine le possibilità di rifrazione.
Lo specchio è un elemento fondamentale dell’arte di Pistoletto. Esso rappresenta l’estensione fisica e intellettuale della mente, rendendo percepibile ciò che normalmente è celato all’occhio umano.

Grande cubo specchiante
Michelangelo Pistoletto, Grande cubo specchiante - interno

“Lo specchio – afferma lo stesso Pistoletto – espande le caratteristiche dell’occhio e la capacità della mente fino a offrire la visione della totalità”.
L’opera diviene un luogo laico di raccoglimento spirituale, in cui ciò che ha davvero valore è l’uomo con la sua capacità d’immaginare.
L’iniziativa si tiene in contemporanea con la mostra Ritratti del Potere che, dal 1° ottobre 2010 al 23 gennaio 2011, svilupperà un’analisi sul ritratto e sulla rappresentazione mediatica del potere politico, economico e sociale nel mondo contemporaneo, attraverso le opere di artisti e collettivi internazionali quali Tina Barney, Christoph Brech, Bureau d’études, Fabio Cifariello Ciardi, Clegg & Guttman, Nick Danziger, Rineke Dijkstra, Jim Dow, Francesco Jodice, Annie Leibovitz, Helmut Newton, Trevor Paglen, Martin Parr, Wang Qingsong, Daniela Rossell, Jules Spinatsch, Hiroshi Sugimoto, The Yes Men.

Metrocubo d’Infinito in un Cubo Specchiante
Firenze, Palazzo Strozzi – Cortile
Fino al 23 gennaio 2011
Orari: Tutti i giorni 9.00 – 20.00, giovedì fino alle 23.00.
Ingresso libero
Tel. +39 055 2645155
www.strozzina.org
www.palazzostrozzi.org

Campagna senza tempo – Città moderna: Van Gogh ritorna a Roma

Vincent van Gogh, I bevitori o Le quattro età dell’uomo, 1890
Vincent van Gogh, I bevitori o Le quattro età dell’uomo (da Daumier), 1890

Ventidue anni sono dovuti passare perché  il genio artistico di Vincent van Gogh potessere aleggiare ancora a Roma.

Con “Vincent van Gogh. Campagna senza tempo – Città moderna” – inaugurata lo scorso dall’8 ottobre 2010 e aperta fino al 6 febbraio 2011, il Complesso del Vittoriano riporta a Roma questo maestro dell’arte che ha lasciato una impronta profonda nella storia dell’arte e nell’immaginario collettivo dell’uomo moderno.
Sono esposti settanta capolavori tra dipinti, acquarelli e opere su carta del maestro olandese e oltre trenta opere dei grandi artisti che gli furono di ispirazione – tra i quali Millet, Pissarro, Cézanne, Gauguin e Seurat.
Il percorso scientifico dell’esposizione analizza per la prima volta le due inclinazioni contraddittorie che spesso guidarono il pittore nella scelta dei soggetti dei suoi dipinti: il suo amore per la campagna, come ambiente fisso e immutabile, e il suo legame con la città, centro della vita moderna e del suo rapido movimento.
L’esposizione vanta la collaborazione ed il supporto delle più grandi istituzioni museali del mondo, insieme ad importantissime collezioni private. Tra esse spiccano: Van Gogh Museum, Kröller-Müller Museum, Rijksmuseum, The Art Institute of Chicago, The Solomon R. Guggenheim Museum, The Museum of Modern Art, Hammer Museum, The Detroit Institute of Arts, National Gallery of Canada, Tate, Musée du Louvre.
La mostra “Vincent van Gogh. Campagna senza tempo – Città moderna” è a cura di Cornelia Homburg, studiosa nota a livello internazionale per le sue ricerche su Vincent van Gogh, e si avvale di un prestigioso comitato scientifico composto da Sjraar van Heugten e Chris Stolwijk, Van Gogh Museum, Jenny Reynaerts, Rijksmuseum, Judy Sund, City University New York, Tsukasa Kodera, Osaka University, Joan Greer, University of Alberta, Cornelia Peres, conservatrice, Liesbeth Heenk, storica dell’arte.

Vincent van Gogh. Campagna senza tempo – Città moderna
8 ottobre 2010 – 06 febbraio 2011
Complesso del Vittoriano
Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali) – Roma
Tel.: 06/6780664
Orario: dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30; venerdì e sabato 9.30 – 23.30; domenica 9.30 – 20.30. La biglietteria chiude un’ora prima

Aria e metallo, così Begbie celebra l’esistenza umana

Hermangel, 2007, scultra in bronzo, cm 95x110x14

L’8 ottobre apre  “Aria Sottile – Thin Air” presso Vecchiato Art galleries di Padova la personale di David Begbie.  Abbiamo rivolto all’artista alcune domande che ci aiutano ad indagare meglio presupposti e significati della sua arte.

Che cosa rappresenta per Lei il corpo umano?
Nella mia scultura essenzialmente la nudità non è solo una celebrazione del corpo umano ma è anche una celebrazione dell’esistenza fisica. Rappresenta anche la vulnerabilità, l’intimità, l’onestà e la libertà di spirito.
Come si relaziona alla materia nell’atto dello scolpire?
Dato che ho molta familiarità con il mezzo – in cui mi sono specializzato e che in un certo senso ho inventato come forma d’arte – lo lavoro fluentemente fino a renderlo un’estensione di me stesso nella materia, proprio come accade all’artista che si effonde nella pittura o nel disegno.
Siccome ho inventato io stesso il mio linguaggio visuale, ho dovuto capire che ogni mezzo dev’essere compreso nella propria unicità, con i parametri del proprio potenziale comunicativo. Poiché si tratta di un materiale molto sensibile e versatile, quando viene utilizzato al massimo del suo potenziale esso diventa potentemente espressivo, allo stesso modo in cui ogni segno ed ogni interruzione esprimono sempre un qualcosa sulla superficie nuova di zecca di una tela bianca.
Di che “stoffa” sono fatte le sue sculture?
Per i pezzi unici tridimensionali uso maglia d’acciaio, di bronzo, o d’acciaio inossidabile e utilizzo fino a dieci diverse taglie di maglia a seconda della scala sulla quale sto lavorando. Così uso una maglia sottile per le figure più piccole e una più grande per le figure più grandi. Le opere sono interamente modellate a mano, lavorando liberamente nello spazio. Al contrario di quello che molti possono pensare, non è utilizzato alcun tipo di stampo. I pezzi bidimensionali a stampa nascono da un’immagine tratta da uno dei pezzi unici in maglia d’acciaio. Lavoro sull’immagine che poi viene incisa all’acquaforte su supporti in acciaio e talvolta in bronzo. Oltre che a sviluppare una forma d’arte interamente nuova, tutto ciò mi ha consentito  di lavorare con edizioni limitate di sculture.
Cosa si può dire del concetto di isolamento individuale e di relazione tra individui nella sua scultura?
Ogni figura individualmente isolata costituisce una presenza molto potente nello spazio, tanto che, considerando la trasparenza del materiale, che è costituito al 90% di aria, la presenza palpabile dell’opera è più grande dello spazio che realmente occupa. Le relazioni all’interno delle forme multiple (doppie, triple, ecc.) sono analoghe alle tensioni e alle armonie che emergono nel materiale stesso, nel momento in cui le creo. Nella maggior parte dei casi le relazioni sono presentate in modo che possano essere percepite dall’osservatore e sono aperte ad un certo numero d’interpretazioni. In ogni eventualità il fruitore percepirà sempre un’interpretazione unica di ciò che la scultura o l’immagine raffigurata nella scultura rappresenta per lui. Per esempio, due ragazze nude insieme potrebbero esser viste sia come l’intimità e il femminino in senso platonico che come una relazione omosessuale. Leggi tutto “Aria e metallo, così Begbie celebra l’esistenza umana”