The Whale (2022) diretto da Darren Aronofsky

Charlie è un Professore di Lettere universitario che non lascia mai il suo appartamento.

Sadie Sink al photocall del film The Whale, di Darren Aronofsky, presentato alla 79° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Credits Octavian Micleusanu

Conduce le sue lezioni online, disabilitando la fotocamera del suo laptop in modo che gli studenti non possano vederlo. Anche la cinepresa, guidata da Darren Aronofsky e dal suo direttore della fotografia, Matthew Libatique, non si muove di casa per la maggior parte del tempo. Di tanto in tanto giusto una vista esterna dello squallido edificio basso in cui vive Charlie, o una breve boccata d’aria fresca sul pianerottolo davanti alla sua porta. Ma queste pause alimentano solo un pervasivo senso di reclusione.

Brendan Fraser, protagonista di The Whale di Darren Aronofsky, al photocall della 79° Mostra d’Arte Cinematogarfica di Venezia. Credits Octavian Micleusanu

Basato su un’opera teatrale di Samuel D. Hunter (a cui si deve la sceneggiatura), “The Whale
è un esercizio di claustrofobia. Piuttosto che aprire un testo legato al palcoscenico, come potrebbe fare un regista meno sicuro di sé, Aronofsky intensifica la stasi, il calamitoso senso di blocco che definisce l’esistenza di Charlie. Charlie è intrappolato – nelle sue stanze, in una vita che è andata fuori dai binari, e soprattutto nel suo stesso corpo.
È sempre stato un tipo grosso, dice, ma dopo il suicidio del suo amante, il suo modo di mangiare è andato fuori controllo”. Ora la sua pressione sanguigna sta aumentando, il suo cuore sta cedendo e i semplici sforzi fisici di alzarsi e sedersi richiedono uno sforzo enorme e un’assistenza meccanica.

Cast del film “The Whale” di Darren Aronofsky, con Brendan Fraser, Sadie Sink e Hong Chau sul red carpet del Palazzo del Cinema durante la 79° Mostra d’Arte Cinematografica d Venezia. Credits Octavian Micleusanu

La taglia Oversize di Charlie è il simbolo dominante del film e il principale effetto speciale. Racchiuso in un corpo di lattice, Brendan Fraser, che interpreta Charlie, offre una performance che a volte è di una grazia disarmante. Usa la sua voce e i suoi grandi occhi tristi per trasmettere una delicatezza in contrasto con la grossolanità corporea del personaggio. Ma quasi tutto ciò che riguarda Charlie – il suono del suo respiro, il modo in cui mangia, si muove e suda – sottolinea la sua abiezione, a un livello che inizia a sembrare crudele e voyeuristico.
“The Whale” si svolge nel corso di una settimana, durante la quale Charlie riceve una serie di visite: dalla sua amica e custode informale, Liz (Hong Chau); da Thomas (Ty Simpkins), un giovane missionario che vuole salvarsi l’anima; dalla figlia adolescente separata, Ellie (Sadie Sink), e dall’ex moglie amareggiata, Mary (Samantha Morton). C’è anche un fattorino della pizza (Sathya Sridharan) e un uccello che di tanto in tanto si presenta fuori dalla finestra di Charlie.

L’attrice Hong Chau sul red carpet del Film The Whale di Darren Aronofsky alla 79° Mostra d’Arte Cinematografica. Credits Octavian Micleusanu

A proposito, Charlie non è l’unica balena citata in “The Whale”. Il suo bene più prezioso è, inevitabilmente, un saggio studentesco su “Moby Dick”, la cui paternità viene rivelata alla fine del film. È un bel pezzo di critica letteraria ingenua – forse la migliore sceneggiatura del film –
su come i guai di Ishmael abbiano costretto l’autore a pensare alla trasposizione del racconto
nella propria vita. Forse i guai di Charlie sono pensati proprio per avere la stessa funzione del classico di H.Melville. Charlie stesso diventa il punto nodale nella sua rete di traumi e rimpianti, alternatamente agente, vittima e testimone dell’infelicità di qualcun altro. Ha lasciato Mary quando si è innamorato di uno studente maschio, Alan, che era il fratello di Liz ed era cresciuto nella chiesa a cui appartiene Thomas. Mary, una forte bevitrice, ha tenuto
Charlie lontano da Ellie, che è diventata un’adolescente ribelle e intrattabile. Il dramma esplode in raffiche di verbosità teatrale e balbettii. La sceneggiatura travolge la logica narrativa a favore dell’onestà emotiva. Purtroppo l’elaborato delle varie questioni comporta molti spostamenti di colpe e voli pindarici etici. Tutti e nessuno sono responsabili; le azioni hanno conseguenze e contemporaneamente non ne hanno.
Argomenti del mondo reale come la sessualità, la dipendenza e l’intolleranza religiosa fluttuano liberi da qualsiasi relazione credibile con la realtà. La morale che trasuda dalle urla (e dalla costante sollecitazione dei nervi dello spettatore ad opera della colonna sonora di
Robert Simonsen) è che le persone sono incapaci di disinteressarsi realmente l’una dell’altra.
Che lo si pensi possibile o meno, Herman Melville e Walt Whitman forniscono una giustificazione letteraria dell’idea, tuttavia l’esplorazione del potere dell’empatia umana in
The Wahle; è annullata dalla psicologizzazione semplicistica e dalla confusione intellettuale.

Il regista Darren Aronofsky al photocall del film The Whale alla 79° Mostra d’Arte Cinematografica. Credits Octavian Micleusanu

Aronofsky ha la tendenza a giudicare male i propri punti di forza come regista. È un brillante manipolatore di stati d’animo e un formidabile regista di attori, specializzato in personaggi che si fanno strada, attraverso angoscia e illusione, verso qualcosa come di trascendente.
Mickey Rourke lo ha fatto in The Wrestler, Natalie Portman in Black Swan, Russell Crowe in Noah; e Jennifer Lawrence in Mother; Fraser fa la sua impresa per unirsi alla loro
compagnia – anche Chau è a dire il vero eccellente – ma The Whale, come alcuni degli altri progetti di Aronofsky, è purtroppo travolto dalle sue grandiose e vaghe ambizioni, finendo per
risultare esagerato e fantasiosamente inconsistente.
Daniele Bonomelli

La 79ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia

“The Whale” diretto da Darren Aronofsky

Rovigo Cello City alla nona edizione animerà il capoluogo polesano dal 4 all’11/09/2022

Il suono melodioso del Violoncello sarà il protagonista assoluto di Rovigo Cello City 2022 e allieterà la storica città di Rovigo.

Il Festival è stato ideato nel 2014 dal Maestro Luigi Puxeddu, insegnate di violoncello presso il Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo e direttore artistico del Teatro Sociale di Rovigo. La rassegna musicale si prefigge di evidenziare l’eccellenza rodigina della scuola di violoncello fondata dal Maestro Luca Simoncini, oltre alla straordinarietà di questo strumento e dei brani musicali dei più famosi compositori. Leggi tutto “Rovigo Cello City alla nona edizione animerà il capoluogo polesano dal 4 all’11/09/2022”

Venezia/Spazio Thetis – “Trame” cartografiche ricamate nel cielo della Laguna

TRAME di N.Petrucci allo Spazio Thetis di Venezia (Arsenale Novissimo)

Trame urbane, ritagliate sottilmente nell’acciaio Corten, campeggiano fluttuanti, integrandosi nella verde open area dello Spazio Thetis all’Arsenale di Venezia.
L’autore, il pompeiano Nello Petrucci, che da 2012 esibisce i suoi interventi urbani in Italia e all’estero, da Pompei a NY, ha dedicato oggi alla città di Venezia, nei 1600 anni dalla sua fondazione, il trittico “cartografico” site-specific intitolato, perlappunto, “Trame”. Leggi tutto “Venezia/Spazio Thetis – “Trame” cartografiche ricamate nel cielo della Laguna”

Arte è Donna a Mestre (Venezia)

Francesco Bianchi, Francesca Bonollo, Mestre, 2021
Francesco Bianchi, Francesca Bonollo, Mestre, 2021

Il fotografo Francesco Bianchi  ha documentato per Art in Italy “Arte è donna“, uno dei primi eventi post-lockdown che, lo scorso marzo, ha promosso l’esposizione diffusa  di 100 opere al femminile – di cui alcune sono ancora in mostra – nei negozi di vicinato della Municipalità di Mestre-Carpenedo.
Prevista all’interno del progetto Marzo Donna 2021., l’idea, nata in seno della Commissione delle Elette della Municipalità è stata coordinata da Fabians Rizza e da Monica Fortuna, rispettivamente come Presidente e Vicepresidente della Commissione stessa, al fine di promuovere piccole creazioni d’arte realizzate da donne, all’interno delle botteghe storiche del centro cittadino. In tal modo, si è voluto incentivare l’acquisto al dettaglio nei negozi del vicinato, in cui è ancora possibile il rapporto umano, offrendo alla cittadinanza un’opportunità di fruire la bellezza di oltre 100 quadri, fotografie, sculture e poesie. Un segnale di positività in un momento difficile per l’intero paese. Leggi tutto “Arte è Donna a Mestre (Venezia)”

Dalla terrazza di Ivo, sotto il sole, le stelle e l’ombra di Corto.Ricordo di Ivo Pavone, ultimo fumettaro storico veneziano, 1929 – 2020

Ivo Pavone sulla sua terrazza al Lido di Venezia. Foto courtesy Jacopo Terenzio
Ivo Pavone sulla sua terrazza al Lido di Venezia. Foto courtesy Jacopo Terenzio

Il padre di Ivo, era ufficiale di marina, così il mio nonno paterno, Winspeare, che non conobbi mai, ed entrambi venivano dal sud, tarantino il primo, campano, sembra, il secondo, ed è così che le famiglie si conobbero. Amicizie di antica data, normali soprattutto in certe cerchie ristrette.
Uno dei fratelli di Ivo, Franz, mi seguì, da ragazzino,  per alcune estati tenendomi a ripetizione di greco, filosofia e letteratura, nella casa dei Pavone,
che si trovava proprio di fronte alla chiesa di San Martino, all’Arsenale, svolgendo una funzione, nei miei confronti, di “precettore” in senso pieno e in certo senso maestro di vita lo fu, perché era un vero intellettuale, coltissimo, elegante, che incarnava la classica e purtroppo oggi rarissima figura, del libero pensatore.
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