#Venezia71 – Mila Jovovich recita Shakespeare in un moderno Cymbeline

Milla Jovovich all'Anteprima del film Cymbeline, 71. Mostra d’Arte Cinematografica, Venezia 2014. Credits Octavian Micleusanu
Milla Jovovich all’Anteprima del film Cymbeline, 71. Mostra d’Arte Cinematografica, Venezia 2014. Credits Octavian Micleusanu

Ieri, 3 settembre, alla 71° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, per la sezione Orizzonti è stato proiettato il film drammatico Cymbeline. Il titolo del film è tratto dall’opera teatrale omonima di William Shakespeare, scritta probabilmente nel 1609 e pubblicata nel 1623. Raramente messa in scena e poco amata dalla critica, Cimbelino presenta una trama molto ricca e articolata. Il lungometraggio è diretto da Michael Almereyda e comprende la partecipazione didi un cast di tutto rispetto formato da Ethan Hawke, Ed Harris, Dakota JohnsonMilla JovovichPenn Badgley, Anton Yelchin,e John Leguizamo. Leggi tutto “#Venezia71 – Mila Jovovich recita Shakespeare in un moderno Cymbeline”

Teosofi e pensiero teosofico alla Biennale di Venezia

Carl Gustav Jung, The Red Book [page 655], 1915-1959, Paper, ink, tempera, gold paint, red leather binding, 40 x 31 x 10cm, © 2009 Foundation of the Works of C.G. Jung, Zürich. First published by W.W. Norton & Co., New York 2009
Carl Gustav Jung, The Red Book [page 655], 1915-1959, Paper, ink, tempera, gold paint, red leather binding, 40 x 31 x 10cm, © 2009 Foundation of the Works of C.G. Jung, Zürich. First published by W.W. Norton & Co., New York 2009
Palazzo enciclopedico e wunderkammer dell’arte – contenitore in cui si misura un elevato gradiente estetico  fra opere raffinatissime, spesso storicizzate, e feroci icone del degrado contemporaneo, oltre ai lavori dei soliti noti – la 54a Biennale di Massimiliano Gioni si ammanta di un’aura mista di esoterismo, esotismo, antropologia visuale e tecnologia, calcando le orme della storia da fine Ottocento ai giorni nostri: un immaginario curatoriale che, nella migliore tradizione biennalesca, “cita” Aby Warburg e André Breton, Jean Baudrillard, Harald Szeemann e Paolo Portoghesi. Finalmente, poi, Gioni riscopre le visioni Liberty di Galileo Chini al Padiglione centrale, che l’architetto romano aveva già restaurato per la sua Arte e Scienza del 1986. Leggi tutto “Teosofi e pensiero teosofico alla Biennale di Venezia”

Roberto Cascone stories parte I – da Habermas a Mistika Zero

R. Cascone, Copertina del libro “Artherapy. Curarsi con l’arte contemporanea.”, 2007.
R. Cascone, Copertina del libro “Artherapy. Curarsi con l’arte contemporanea.”, 2007.

Reduce dal web-project agostano “Come creare un’opera d’arte inutile” e in procinto di iniziare una nuova “operazione artistica ” rigorosamente top secret, l’artista e giornalista napoletano Roberto Cascone racconta ad AII scena e retroscena di alcune azioni ludico-creative che dagli anni Novanta fino ad oggi lo hanno visto protagonista, accanto a personaggi come Maurizio Cattelan, Paolo Rossi, Piero Chiambretti, per fare qualche nome, dalle performances di Mistika Zero e del Cattelan Funs Club, al tuffo nella psiche di Artherapy e alla poesia digitale delle sue  Life forms. circa 25.000 immagini “pensate per il tessile e la ceramica, ispirate all’idea di forma e di vita, in particolare microscopica (virus e batteri)”.

Il tuo percorso artistico, ricco di esperienze eterogenee, sembra essersi svolto coerentemente all’insegna della “scienza delle soluzioni immaginarie”, la famosa Patafisica di Alfred Jarry. (se è vero) Come sei giunto a questo esito?
Credo che l’arte, per come la intendiamo oggi in Occidente, sia davvero una soluzione… Leggi tutto “Roberto Cascone stories parte I – da Habermas a Mistika Zero”

Amore e Psiche, l’arte incontra la scienza nell’opera di Anita Sieff

Caterina Bertone interpreta "Psyche" di Anita Sieff, Museo d'arte contemporanea di Ca' Pesaro, Venezia
Caterina Bertone interpreta "Psyche" di Anita Sieff, Museo d'arte contemporanea di Ca' Pesaro, Venezia

All’interno della sala X del Museo Ca’ Pesaro di Venezia Anita Sieff si misura con l’eterna favola di Amore e Psiche nell’ambito degli eventi collaterali della Biennale 2011. L’installazione video dell’artista è corredata da una riproduzione della figura di Eros tratta dal ciclo Il Poema della Vita Umana realizzato da Giulio Aristide Sartorio proprio per il Salone Centrale all’Esposizione di Venezia del 1907. Il dipinto è conservato nella stessa sede museale ed è stato scelto come set per la discesa di Psiche agli inferi dell’inconscio.

La videoinstallazione Psyche è un omaggio alla scienza che incontra il mito nella sintesi dell’arte: secondo le teorie dell’astrofisica Giuliana Conforto – tra gli autori in catalogo – e in accordo con le antiche dottrine orientali tanto quanto con il moderno relativismo post-razionalista, il mondo si manifesta come realtà cibernetica e ottuplice, dove non v’è soluzione di continuità tra soggetto e oggetto, tra lo spazio interiore della psiche e lo spazio esterno. L’antimateria sarebbe in realtà la radice germinale della materia, la forza oscura del sentimento, l’energia elettromagnetica dell’eros, intermediario tra i mondi, che manifesta l’unità del tutto.
Per comprendere sé stesso emancipandosi dall’apparenza, l’individuo ha bisogno di sognare, nelle parole di Sieff, perché “Quando sognamo abbiamo l’opportunità di entrare in contatto con una comunicazione trasversale che opera simultaneamente a livello di tutte le specie di coscienza”. Anche per questo i sogni dell’artista scritti su carta e appesi alle pareti della sala escono dalle cornici che li vorrebbero contenere.
L’opera video, quindi, si apre e si chiude con la ripresa di un’oscurità commentata dal frinire delle cicale, suono vibrante già caro agli antichi egizi e alla psicologia contemporanea per il suo potere riequilibrante sulla mente umana. Sieff lo aveva già utilizzato nel 2010 come soggetto della sua installazione Cicaleccio (Museo Querini Stampalia).
Overlapping: parole di solitudine, riflessioni su spazio, tempo, desiderio. Psiche, cullata dai ca. 5.000 hertz emessi dall’unisono dello sciame in concerto, dorme reclinata su di un fianco ed inizia a sognare. L’immagine d’acqua rimanda al transito nella dimensione onirica e iniziatica della “piccola morte”: i parenti vestiti a lutto accompagnano la fanciulla vestita da sposa (omaggio alla duchampiana Mariée) sul promontorio. Leggi tutto “Amore e Psiche, l’arte incontra la scienza nell’opera di Anita Sieff”

54a Biennale Arte / The Turrel Experience

James Turrel, Cross Corner projection, Palazzo Contarini degli Scrigni, Venezia, ca. 1966 -2011. Foto Herta Manenti
James Turrel, Cross Corner projection, Palazzo Contarini degli Scrigni, Venezia, ca. 1966 -2011. Foto Herta Manenti

Siedi nel silenzio, volgiti all’interno e “accogli la luce”: James Turrel, discendente di una famiglia Quacker, ne eredita l’assioma e lo trasforma in opera d’arte. Amato e odiato, l’artista californiano sta spopolando alla 54a Biennale Arte con Ganzfeld Apani, un lavoro ambientale che si trova in esposizione alle Corderie dell’Arsenale, ma anche con la più classica Cross Corner projection collocata a Palazzo Contarini degli Scrigni nell’ambito di un evento collaterale dedicato agli artisti californiani degli anni Sessanta, sul sottile crinale che divide Astrattismo e Pop art.
Oltre all’eredità quacchera, Turrel s’ispira alla filosofia platonica e a quella del Tibet, all’ermetismo egiziano e alla sapienza degli Henge britannici. Compiuti gli studi di psicologia, matematica e geologia, l’eclettico Turrel – pilota cartografo, obiettore di coscienza in Vietnam –  fin dagli anni Sessanta, si cimenta in opere d’arte che hanno come protagonista la luce/colore e che suscitano nel fruitore il sentimento del Sublime.

James Turrel, Ganzfeld Apani, Biennale di Venezia, 2011, foto Francesca Galluccio
James Turrel, Ganzfeld Apani, Biennale di Venezia, 2011, foto Francesca Galluccio

Per risalire al precedente più diretto bisogna tornare ai tardi anni 40, al tempo della definitiva emancipazione della pittura statunitense da quella europea, con l’esperienza del Color Field painting. Questo movimento tentò di rifondare su basi filosofiche la cultura e la società americana, traendo insegnamento dalla visione della Natura e dagli archetipi ereditati dagli abitanti originari dell’America, i nativi indiani.
Barnett Newman, Marc Rothko, Clifford Still, per primi allestirono grandi mostre d’arte precolombiana e fondarono una nuova estetica, iniziando a dipingere tele di grandi dimensioni con vibranti campiture di colore a monocromo, stratificato e velato di modo che la luminosità emanasse dal cuore stesso della pittura, recuperando così il concetto metafisico dell’aura, perduto tra le due guerre, e con esso la percezione della trascendenza nell’arte. Leggi tutto “54a Biennale Arte / The Turrel Experience”