
Icona tridimensionale del movimento De Stijl, la Poltrona rossa e blu, opera dell’architetto Gerrit Thomas Rietveld (1888–1964), è un oggetto di design di cui ci s’innamora a prima vista e che possiamo ammirare fino al 25 luglio in occasione della mostra Utopia Matters: dalle confraternite al Bauhaus alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.
Qual è il segreto della sua bellezza?
Tra le finalità del movimento De Stijl (Lo Stile), fondato da Rietveld, Theo Van Doesburg e Piet Mondrian nel 1918, vi è l’impegno a progettare opere/oggetti costituiti da elementi primari e proporzioni bilanciate così da contribuire a creare un senso di armonia nei singoli individui. Il linguaggio visivo del neoplasticismo tende ad essere universale, è regolato dalle norme auree dell’arte classica e utilizza semplici forme geometriche e colori primari, rosso giallo e blu: l’arte deve riflettere il mistero e l’ordine dell’universo e compenetrare nell’esistenza umana poiché “l’obiettivo della natura è l’uomo, l’obiettivo dell’uomo è lo stile”.
Gerrit Rietveld, nel 1923, giunge al progetto definitivo della sua Poltrona rossa e blu ricreando nello spazio una struttura analoga alle contemporanee opere neoplastiche di Mondrian, utilizzando 15 listelli in legno di faggio laccato nero con testate gialle che formano una griglia lineare orizzontale e verticale (ascissa, ordinata e zenith). Questa struttura racchiude due assi in compensato, rispettivamente laccate in rosso (schienale) e in blu (sedile). Tutti gli elementi sono assemblati per semplice giustapposizione. Leggi tutto “Poltrona rossa e blu: lo stile utopico di Rietveld”