Mario Nigro a Palazzo Reale

In un’estate in cui il caldo non risparmia nessuno, l’esposizione dedicata a Mario Nigro a Milano offre un’opportunità rinfrescante (e gratuita!) per immergersi nell’arte e nella cultura.

Opera firmata da Mauro Nigro esposta al Palazzo Reale di Milano

Un viaggio attraverso le tappe salienti della carriera di un
maestro dell’arte astratta spesso sottovalutato e fino a pochi anni fa dimenticato, come il pistoiese Mario Nigro, arricchisce l’animo di chiunque scelga di attraversare la soglia di Palazzo Reale.
L’esposizione, intitolata “Mario Nigro. Opere 1947-1992“, è il risultato di una collaborazione tra il Comune di Milano –
Cultura, Palazzo Reale, il Museo del Novecento e Eight Art Project, con la partecipazione dell’Archivio Mario Nigro.
Le porte di questa eccezionale mostra si sono aperte il 14
luglio, offrendo al pubblico la possibilità di immergersi
nell’universo creativo di Nigro fino al 17 settembre presso
Palazzo Reale e fino al 5 novembre presso il Museo del
Novecento.
Con oltre centoquaranta opere in mostra, e con una curatela precisa ed efficace, l’esposizione offre una panoramica completa della carriera artistica di Mario Nigro, dalla sua opera del 1947 fino all’ultimo capolavoro del 1992.
Tra quadri, sculture tridimensionali, lavori su carta e una ricca selezione di documenti, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi nella vastità della produzione artistica di Nigro.
Particolarmente significative sono le opere che furono
esposte alle Biennali di Venezia e alla X Quadriennale di Roma, eventi che hanno contribuito a plasmare il suo percorso artistico.
La mostra non si limita a offrire una semplice esposizione
cronologica delle opere di Nigro, ma traccia i momenti chiave del suo linguaggio artistico in continua evoluzione. Dai primi anni Quaranta, caratterizzati da un’approccio sperimentale, fino alla maturità artistica, con un netto orientamento verso strutture compositive astratte e geometriche, l’arte di Nigro riflette un percorso di esplorazione e scoperta.
Le opere di Mario Nigro, nonostante il caratteristico approccio astratto, sono intrise di un’atmosfera narrativa in cui il “ritmo“, le “forme” e il “tempo” giocano un ruolo cruciale.
Tale approccio è il risultato di una profonda intersezione tra
l’arte, la musica e il sapere scientifico. La sua capacità di
tradurre concetti complessi in opere visive che parlano
direttamente all’osservatore testimonia la sua abilità di unire diverse discipline in un’espressione artistica unica.
Dan Bonahms

T Magazine apre la Design Week alla Villa Necchi Campiglio

T Magazine ha dato il via alla festa -ormai rituale- più esclusiva, per celebrare l’apertura delle danze dell’appuntamento meneghino per eccellenza, il Salone del Mobile, il più prestigioso rendez-vous mondiale del Design, che accoglie ogni anno migliaia di addetti ai lavori e non solo, da tutto il mondo.

T Magazine Party a Villa Necchi Campiglio (Portaluppi, 1937) nella cornice del parco allestito con le opere dell’artista spagnola Elvira Solana per il Salone del Mobile 2023

Gli ospiti si sono radunati nei giardini incantevoli dell’iconica Villa Necchi Campiglio, la residenza razionalista del 1935 disegnata dal genio architettonico italiano Piero Portaluppi, e che tre anni fa ha ospitato le riprese di House of Gucci.
Ogni anno viene invitato un artista diverso a creare un’installazione site-specific in più parti di Villa Necchi, sia all’interno che nel giardino.
Quest’anno abbiamo potuto notare la piccole case galleggianti sulla piscina della villa e le mastodontiche tele da tre metri circa dipinte dell’artista spagnola Elvira Solana, arricchite da tende di pregiato tessuto moiré granata, con motivo sofisticato, del prestigioso brand di tessuti made in Italy Dedar, interventi che hanno rivoluzionato l’atmosfera della villa.
Altre sgargianti casette, in prossimità del cancello d’ingresso, dai toni rosa e viola, potevano essere sollevate con facilità dai visitatori.
Oltre a ciò, nella sala da pranzo, la stessa Elvira Solana ha allestito piccoli e preziosi modelli di legno delle opere d’arte realizzate appositamente per l’evento.
Abbiamo avuto l’onore di esplorare gli interni della dimora pensata da Portaluppi, insieme ai partecipanti, la creme de la creme del design e della cultura mondiale, insieme alla redattrice di T, Ms. Yanagihara che intratteneva i suoi ospiti bevendo champagne intorno ai preziosi paraventi della villa.
Una serata a cavallo tra design e arte, in una location splendida, la Villa Necchi Campiglio, un gioiello nel cuore di Milano apprezzato da tutto il mondo.
La Redazione

Il “tempo ritrovato” di Marina Abramović

Standing Object for Human Use, 2012,Rame e magneti,Courtesy Marina Abramovic, Produzione PAC, Milano, © Eleonora Sole Travagli
Standing Object for Human Use, 2012,Rame e magneti,Courtesy Marina Abramovic, Produzione PAC, Milano, © Eleonora Sole Travagli

Ti viene chiesto di sottoscrivere un contratto con l’artista. Di donare il tuo tempo per concederti tempo. Per una durata di circa due ore. In piedi, seduto, sdraiato. A contatto con materiali naturali: legno, minerali e metalli. Ne siete capaci? Lo siete mai stati? E soprattutto, siete consapevoli dell’importanza di ciò che vi viene chiesto? Bene, allora siete pronti per sperimentare il Metodo Abramović, al PAC di Milano fino al 10 giugno prossimo. Leggi tutto “Il “tempo ritrovato” di Marina Abramović”

Roberto Cascone stories parte I – da Habermas a Mistika Zero

R. Cascone, Copertina del libro “Artherapy. Curarsi con l’arte contemporanea.”, 2007.
R. Cascone, Copertina del libro “Artherapy. Curarsi con l’arte contemporanea.”, 2007.

Reduce dal web-project agostano “Come creare un’opera d’arte inutile” e in procinto di iniziare una nuova “operazione artistica ” rigorosamente top secret, l’artista e giornalista napoletano Roberto Cascone racconta ad AII scena e retroscena di alcune azioni ludico-creative che dagli anni Novanta fino ad oggi lo hanno visto protagonista, accanto a personaggi come Maurizio Cattelan, Paolo Rossi, Piero Chiambretti, per fare qualche nome, dalle performances di Mistika Zero e del Cattelan Funs Club, al tuffo nella psiche di Artherapy e alla poesia digitale delle sue  Life forms. circa 25.000 immagini “pensate per il tessile e la ceramica, ispirate all’idea di forma e di vita, in particolare microscopica (virus e batteri)”.

Il tuo percorso artistico, ricco di esperienze eterogenee, sembra essersi svolto coerentemente all’insegna della “scienza delle soluzioni immaginarie”, la famosa Patafisica di Alfred Jarry. (se è vero) Come sei giunto a questo esito?
Credo che l’arte, per come la intendiamo oggi in Occidente, sia davvero una soluzione… Leggi tutto “Roberto Cascone stories parte I – da Habermas a Mistika Zero”

Il museo del Novecento nel cuore di Milano

mberto Boccioni, Forme uniche di continuità nello spazio, bronzo, 1913
Umberto Boccioni, Forme uniche di continuità nello spazio, bronzo, 1913

Finalmente, dopo un secolo d’attesa, i milanesi hanno ottenuto una loro galleria permanente d’arte contemporanea, il nuovo Museo del Novecento, recentemente inaugurato con grande successo nel Palazzo dell’Arengario, incompiuto architettonico di mussoliniana memoria in corso di ristrutturazione dal 2007 (architetti Italo Rota e Fabio Fornasari), dotato di un fregio storico di Arturo Martini.

Una rampa elicoidale in metallo post-futurista connette le gallerie della metropolitana direttamente al museo, le cui ampie vetrate si aprono su piazza Duomo, regalando generose vedute del centro storico.
Il percorso museale, che in circa 4.000 metri quadri ospita circa 350 opere d’arte contemporanea delle collezioni civiche, si apre simbolicamente con Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, opera emblematica delle lotte dei lavoratori ottocentesche che introduce, nella Sala delle colonne, ai capolavori della collezione Jucker: qui figurano i nomi più importanti dell’avanguardia internazionale, come Picasso, Braque, Modigliani, Morandi, Kandinsky, Klee e i capisaldi storici del Futurismo, che in questa sede annovera il maggior numero di opere in assoluto. Il fondo Canavase, in particolare, ha consentito l’esposizione più cospicua della produzione di Boccioni e, inoltre, sono presenti titoli di straordinaria qualità come La bambina che corre sul balcone di Balla e Il cavaliere rosso di Carrà. Quindi vi sono gli spazi dedicati al ritorno all’ordine di Novecento, con Donghi, Sironi e la metafisica di De Chirico. Il maestro della metafisica è celebrato anche in un allestimento molto discusso, quello dell’affascinante Fontana dei bagni misteriosi, prcedentemente collocata negli spazi della Triennale.
Il museo propone grandi artisti legati alla realtà di  Milano o del collezionismo milanese, come può essere un altro genio della scultura novecentesca, Fausto Melotti, di cui è presente un’intera collezione di opere astratte degli anni Trenta e lo strepitoso Lucio Fontana, cui è riservata una sala panoramica all’ultimo piano. Qui campeggiano i suoi famosi Concetti spaziali (collezione Boschi-Di Stefano), accanto a pitture e sculture in materiali diversi e, specialmente, l’arabesco al neon realizzato nel 1951 per la Triennale. Sono presenti poi opere dell’astrattismo italiano postbellico, l’informale di Burri, il concettuale di Manzoni, l’arte cinetica e programmata (il milanese “Gruppo T”), la Pop italiana e per concludere, Jannis Kounellis , Mario Merz, Gilberto Zorio, Luciano Fabro con l’Arte Povera, proseguendo idealmente fino al 1968. La città ora attende un nuovo museo che racconti il seguito della storia.

Museo del Novecento
Via Marconi, 1 (zona piazza Duomo)
20122 Milano
lun 14.30-19.30; mar-ven e dom 9.30-19.30; gio e sab 9.30-22.30
Ingresso gratuito fino al 28 febbraio 2011
www.museodelnovecento.org
c.museo900@comune.milano.it