Paul McCarthy a Milano: “L’isola dei porci”, il lato oscuro dell’umanità

Static (Pink) Paul Mc Carthy
Static (Pink) Paul Mc Carthy

Promossa dalla Fondazione Trussardi, fino al 4 luglio sarà possibile vedere in anteprima mondiale “L’isola dei porci” (The pig island), opera settennale dell’artista statunitense Paul McCarthy, al Palazzo Citterio di Milano, riaperto in occasione dell’evento.
Sessantaquattrenne figlio della cultura Neodada e della Performance Art estrema degli anni 70, McCarthy durante la sua carriera ha lavorato molto sul corpo, come performer.  La sua vena ludica e beffarda in realtà ironizza, più che basarsi, sui lavori del predecessore, il viennese Nitsch, che allestisce vere e proprie rappresentazioni orgiastiche con sacrificio di animali utilizzandone le viscere e sangue per realizzare la propria “pittura”.
Litri di ketchup, maionese e cioccolato sono stati infatti versati sui palcoscenici del californiano per azioni spesso scurrili, sempre iconoclaste, sdoganando l’uso creativo di salsicce, Barbie, vaselina e materiali vari, agite sul proprio corpo e quello altrui. Quindi, in questo spirito, l’artista incomincia a prendersela con i miti dell’infanzia americana, come i personaggi della Disney, Santa Klaus, Michael Jackson e, ad oggi, i nuovi idoli della politica e delle masse: George Bush, Elisabetta II, i divi di Hollywood diventano a tutti gli effetti i soggetti prediletti della visione impietosa dell’artista, che produce dipinti murali, sculture, installazioni utilizzando materiali diversi e i più disparati (fino al nobile escremento realizzato in travertino senese ed esposto alla Biennale di Scultura di Carrara: leggi). Leggi tutto “Paul McCarthy a Milano: “L’isola dei porci”, il lato oscuro dell’umanità”