Aria Sottile – La sensualità della forma nella scultura di David Begbie

David Begbie
David Begbie in mostra a Padova

Vecchiato Art Galleries per il prossimo autunno propone un autore anglosassone dalla cifra inconfondibile, David Begbie: la mostra, intitolata  Aria Sottile – Thin Air, proveniente direttamente da Londra, si inaugurerà il prossimo 8 ottobre e chiuderà il giorno 18 dicembre 2010. La mostra ha come protagoniste le opere più recenti dell’artista figurativo britannico.
Sulle possibili metamorfosi del corpo s’incentra senz’altro l’attenzione della società neobarocca del Novecento fino al primo decennio del nuovo secolo; e così lo scozzese David Begbie trova una chiave d’interpretazione dell’inquietudine contemporanea nella dimensione naturalistica e sensuale dei suoi nudi scultorei, modellati con le proprie  mani in una materia robusta dagli effetti eterei qual è la maglia d’acciaio.
Una tecnica brevettata dallo stesso Begbie, il cui plasticismo estenuato ha un precedente autorevole nella pittura analitica del contemporaneo Lucien Freud, che del corpo umano esamina e descrive la grevità delle masse, appena velate dalle trasparenze degli incarnati.
Figure solitarie o poste in relazione tra loro, prive del capo e degli arti superiori (talvolta anche inferiori), questi torsi umani, che formalmente richiamano la scultura classica, sono tuttavia fortemente caratterizzati dal realismo della resa anatomica, la cui precisa definizione è esaltata dall’utilizzo del velo d’acciaio, una materia setosa, trasparente e riflettente ad un tempo, che le rende allo stesso tempo presenze fisiche impalpabili, luminescenti ed ignee ombre infere.
La creatività dell’autore britannico si esprime infatti anche attraverso l’uso sapiente dell’illuminazione: la luce infatti colma le masse smaterializzate e crea sovrapposizioni, luoghi di intersezione e di relazione tra le diverse sculture; inoltre la luce proietta  l’ombra di queste umbrae (nella tradizione latina le anime dei defunti) sulle pareti, creando con ciò un “doppio” speculare che si pone anch’esso in rapporto con la scultura originale e con tutte le altre presenti nello spazio espositivo.
La galleria infatti diventa il teatro in cui viene agito questo dramma “umano, troppo umano” del corpo fisico trasformato in un corpo del desiderio che vaga nei luoghi intermedi della psiche alla ricerca di un contatto carnale e concreto con un’altra entità, incontro che, nonostante le apparenze, non avverrà mai.
Il fruitore è invitato a prendere parte alla messa in scena, ad aggirarsi tra queste sagome a tuttotondo, apprezzandone la fine lavorazione e l’impeccabile resa delle scattanti anatomie.

Aria Sottile – Thin Air
Vecchiato Art Galleries
Via Alberto Da Padova 2
35137 Padova
9 ottobre – 8 dicembre 2010
+39 0498561359, +39 0498710845 (fax)
info@vecchiatoarte.it
www.vecchiatoarte.it

Uno sguardo nell’invisibile

Palazzo Strozzi«Durante un chiaro pomeriggio d’autunno ero seduto su una panca in mezzo a piazza Santa Croce […]. Ebbi allora la strana impressione di vedere tutte quelle cose per la prima volta. E la composizione del quadro apparve al mio spirito […]. Momento che tuttavia è un enigma per me, perché è inesplicabile».
Con queste parole Giorgio De Chirico ha descritto il momento in cui colse la rivelazione della realtà che precede la parola, il “grande silenzio” che possiamo ammirare nelle sue opere, spazi e geometrie aperte, piazze con figure solitarie e statue dalla sconcertante fissità, come ne “L’enigma di un pomeriggio d’autunno” del 1909, che aprì due decadi segnate dall’enigma della pittura del pensiero, la Metafisica.
A Palazzo Strozzi a Firenze l’occasione (fino al 18 luglio) per percorrere la via della pittura Metafisica segnata da De Chirico, Savinio e dai maestri della pittura che tentarono per mezzo dell”enigma la rappresentazione del mistero dell’inconscio, tra cui Ernst, Magritte, Carrà, Morandi, Balthus. Artisti di fama mondiale s’ispirarono alle atmosfere oniriche, ai dettagli ingranditi o rimpiccioliti, alle prospettive sfalsate, agli spazi deserti che creano suspance ed inquietudine in colui che fruisce dell’opera
De Chirico influenzò l’arte del Novecento in tutt’Europa: dal Surrealismo al Dada al Cubismo al mussoliniano “ritorno all’ordine”, reazione totalitarista all’esplosione delle avanguardie. A questo aristocratico italiano nato a Volos, in Grecia, formatosi in Francia e Germania e vissuto a Roma, l’avanguardia novecentesca riconosce la paternità della rappresentazione dell’invisibile e dell’inconscio: di ciò che sembra non esserci ma che in realtà informa tutto ciò che appare. Proprio di qui, dal simbolismo del linguaggio onirico, dal senso di spaesamento, dalle prospettive illusorie , prendono le mosse il Surrealismo e il Realismo magico di Carrà e Morandi. La pittura del Ventennio invece colse l’aspettto più esteriore della raffigurazione di monumenti, architetture e antichità classiche e la melanconia a cui si lega il senso di oppressione derivato dall’impossiblilità di un ritorno del glorioso passato italico. Nel caso di Balthus, la luce rivela l’improvviso insorgere di una sensualità prepuberale in uno spazio saturo di sottile erotismo. Da non perdere.