“L’Italia s’è desta” Al MAR!

Sassu, Via Manzoni
Sassu, Via ManzoniE’ al MAR, il Museo d’Arte della Città di Ravenna, che rivive il fermento artistico dell’immediato Dopoguerra con la mostra dal titolo L’Italia s’è desta: 1945 – 1953 Arte italiana del secondo dopoguerra da De Chirico a Guttuso, da Fontana a Burri.

L’impeto innovatore eclissa tutto quel che è ancorato al passato: le macabre atrocità della guerra e le oppressioni dittatoriali. Questo spirito di rinascita conduce alla creazione di un caleidoscopio di linguaggi artistici all’insegna di una nuova capacità espressiva.
Si parte dal Neocubismo, introdotto dalla prima mostra di Picasso in Italia, per esplorare via via i principali movimenti che vedono la luce e che, altrettanto velocemente, si eclissano nel turbinio migrante di artisti da un gruppo all’altro.
Sottolineando la viva contrapposizione fra Realismo figurativo, il cui massimo esponente è Renato Guttuso, e diverse forme di Astrattismo, non si tralascia l’opera dei grandi del Novecento ancora attivi, quali: De Chirico, Morandi, Balla, Carrà, Sironi, ecc.
Un ricco percorso espositivo curato da Claudio Spadoni che, articolato su tre piani e suddiviso in dodici sezioni, documenta le vicende artistiche che vanno dalla capitale con il gruppo Forma 1 e il Gruppo Origine, passando per Venezia attraverso il Fronte Nuovo delle Arti e approdando a Milano con lo Spazialismo – ideato da Lucio Fontana, Roberto Crippa e Gianni Dova – e il Movimento dell’Arte Concreta (MAC).
Si esplorano gli slanci della Pittura Nucleare, del Gruppo degli Otto, dando spazio anche ad outsider che in questo variegato panorama conducono ricerche personalissime.
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Il desiderio di libertà di Osvaldo Licini alla GAM di Torino

Osvaldo Licini 'Amalassunta su fondo blu'
Osvaldo Licini Amalassunta su fondo blu, 1950 olio su tela, cm 20.5 x 27 Collezione privata

Presso la Galleria d’Arte Moderna di Torino, dal 24 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011, viene presentata un’ampia retrospettiva di Osvaldo Licini, maestro dell’astrattismo italiano ed internazionale, nato nel 1894 a Monte Vidon Corrado e deceduto nel 1958.

Affidata ad un comitato scientifico composto da Zeno Birolli, Luciano Caramel, Fabrizio d’Amico, Danilo Eccher e Riccardo Passoni, la rassegna presenta cento capolavori provenienti dalle collezioni di Silvia e Lorenzo Licini, di Bruno e Matteo Lorenzelli, oltre che da importanti collezioni pubbliche e private, comprese le opere appartenenti alla collezione permanente del GAM.

Sono esposti, in un percorso cronologico, i quadri degli esordi, segnati dal periodo parigino, altre opere in cui si riconosce l’avvicinamento all’astrattismo internazionale, fino alle ultime creazioni caratterizzate dai temi fantastici delle Amalasunte e degli Angeli ribelli, quest’ultime appartenenti alla stagione più mitica e poetica della produzione dell’artista.

Figura di notevole spessore artistico ed intellettuale, Licini, benché schivo ed apparentemente appartato, ha saputo imprimere nella pittura italiana una propria geniale espressione, costruita con straordinaria consapevolezza del suo essere artista complesso, profondamente coinvolto nelle problematiche culturali di quegli anni e nel contempo distanziato e provocatorio. Nella sua opera, pur alimentata da un’incessante riflessione e da contatti importanti, tra i quali ricordiamo Modigliani, Picasso e Kandinsky, emerge ininterrotto un filo di sottile diversità che pone l’artista in un singolare confronto dialettico con i movimenti dell’arte del suo tempo, siano essi figurativi o astratti. In particolare si evidenzia un atteggiamento intellettuale fortemente autonomo ed anticonformista, retaggio di quel ribellismo futurista a cui l’artista si era ispirato nel periodo giovanile trascorso con l’amico Giorgio Morandi presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna.

Ne è esempio tra tutti la serie degli ‘Angeli Ribelli’, figure mitiche e letterarie connotate da uno straordinario lirismo trasgressivo. In realtà, trattasi di modelli simbolici assunti a rappresentazione di un assoluto desiderio di libertà fuori dagli schemi culturali e da ogni regola, anche della stessa pittura, votati, per sorte o per necessità, ad errare in uno spazio etereo e solitario, intensamente poetico ed incerto.

Vanni Cantà

Osvaldo Licini: capolavori – Masterworks
dal 24 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011
GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta, 31 10128 Torino – Italy
+39 011 4429518 centralino
+39 011 4429595 segreteria
gam@fondazionetorinomusei.it
Orari collezioni e mostre
Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00
Lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima
www.gamtorino.it

I percorsi dell’Utopia

Theodor Rehbenitz (1791 - 1861) Tobia e l’angelo - Foto: Andres Kilger SCALA/Art Resource, New York
Theodor Rehbenitz (1791 - 1861) Tobia e l’angelo - Foto: Andres Kilger SCALA/Art Resource, New York

In occasione della recente inaugurazione della mostra Utopia Matters. Dalle confraternite alla Bauhaus alla galleria Peggy Guggenheim di Venezia, percorriamo la traccia invisibile che unisce i temi dell’esposizione ad altri eventi attualmente in corso sul territorio nazionale.

Primitifs, Nazareni e Preraffaelliti, tra Sette e Ottocento scelsero di vivere un ideale romantico ritirandosi in comunità artistiche, privilegiando il contatto con la natura e il piacere del lavoro artigianale in contrapposizione alla dimensione disumana del lavoro industriale. Fondarono in tal modo una nuova estetica della natura e del vivere sociale. Il richiamo, tra gli altri, a Dante, Shakespeare, Keats e Ruskin, all’arte arcaica e alla pittura del primo rinascimento italiano, ispirò loro una pittura luminosa e ricercata, dai toni brillanti e dalle tematiche tratte dalla storie nazionali interpretate nello spirito del cristianesimo delle origini.

Tra i pittori di riferimento, con Perugino e Raffaello, vi fu il domenicano Beato Angelico, che dai preziosismi aurei del gotico internazionale seppe trarre una visione estatica e ieratica del dato naturalistico, considerato nella visione razionale della prospettiva rinascimentale e nella luce zenitale di cui farà tesoro Piero della Francesca.
All’Angelico è dedicata la mostra fiorentina Beato Angelico a Pontassieve. Dipinti e sculture del Rinascimento Fiorentino, fino al 27 giugno, cui è correlata, a Siena, fino all’11 luglio, Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le arti a Siena nel primo Rinascimento. Leggi tutto “I percorsi dell’Utopia”