
Ultimi giorni per visitare la mostra Dialoghi Incisi – L’arte del segno tra Padova e il Giappone, dedicata dal capoluogo veneto a dieci tra i propri artisti incisori e al particolare rapporto che essi hanno intrattenuto con i colleghi giapponesi del gruppo Printsaurus. Di qui è scaturito un dialogo e come risultato di questa sinergia si è verificato un evento raro quanto prezioso sul territorio italiano: una grande mostra tutta dedicata all’arte grafica, e ambientato nella bella e spaziosa cornice dello spazio multimediale del Centro Culturale Altinate, situato nel cuore della città, in cui si coniugano l’architettura moderna e Déco.
Alle forme classiche, erudite e “archeologiche” che da sempre caratterizzano la produzione artistica patavina (pensiamo a Galeazzo Viganò e a Emilio Baracco), si alternano esempi di visione segnica e astratta (Debora Antonello, Giuseppe Polisca, Fanco Carlassare) cui pure la città ha contribuito negli anni Sessanta e Settanta, approdando alla sintesi dinamica e figurativa delle vedute urbane di Elena Modena. Surreali, più apertamente politiche e anche satiriche – un’altro volto della tradizione padovana novecentesca, pensiamo a Tono Zancanaro -le opere di Marina Ziggiotti e Albino Palma, Bruno Gorlato e Raffaele Minotto, affrontano da punti di vista diversi tematiche più intimiste del vivere contemporaneo.
L’esposizione si rivoluziona strepitosamente con l’introduzione delle grafiche giapponesi, spesso ricche di colori e della tradizionale sensibilità all’uso delle carte e dei materiali, talora con esiti astratti, debitori, chi più chi meno alla contemplazione del dato naturalistico (Uchida Yoshie, Ote Jin, Masai Takashi), che è esplicitamente dichiarato in opere di levità ineffabile (Okawa Miyuki, Nagai Masato, Morioka Ayumi), oppure grevi (Kiyono Koichi), magiche e surreali (Seki Masaharu, Mizutani Morimasa, Cho Aruko) ed eleganti citazioni o interpretazioni della tradizione (Kaneko Kunio, Kawachi Seiko, Miyayama Hiroaki). Altri lavori riflettono il contatto con la realtà urbana con forme più pesanti e “industriali” (Ota Mariko, Kitano Toshimi, Kuroyanagi Masataka) talvolta associate a dati coscienziali (Hoshino Michiko, Kojima Keisuke), forme mentali e spirituali (Seo e Koizumi Takako), concettuali e astratte (Nishikawa Choici, Higuci Mami) e talaltra a fresche impressioni (Oyama Emiko) o alla critica sociale (Yoshida Ideshi, Kyono Sanae).
Se potessimo, un po’ banalmente, dare una definizione, diremmo che Padova in questa mostra rappresenta la Storia – pensiamo anche alle tecniche, alla grammatura della carta, ai materiali – e l’oriente la visione atemporale della Realtà, in conformità con la propria tradizione ma anche nella contaminazione con l’occidente contemporaneo.
Rivolgiamo a questo proposito qualche domanda a Emilio Baracco, promotore e ideatore dell’esposizione: Leggi tutto “Padova: L’arte grafica nel dialogo tra Oriente e Occidente”