
Come d’accordo, mi ritrovo in una serata estiva a Rialto con l’amica Amy e Lottie Child per un insolito tour veneziano, nel quale ricopro il doppio ruolo di guida e turista al tempo stesso.
Lottie Child è un’artista londinese, ricercatrice, performer, capoerista, nonché fondatrice dello Street Training, un network internazionale di persone che tramite delle azioni concrete e spontanee interagisce con l’ambiente e, con l’utilizzo delle proprie esperienze personali, non solo influenza le sue abitudini comportamentali, ma anche il territorio col quale si confronta.
Lottie è qui per dar vita al suo nuovo lavoro, in collaborazione con il Muf – Architecture/Art, uno studio di Londra, che sfocerà poi in un progetto da esporre in occasione della 12° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, intitolata People Meet Architecture, presso il padiglione Britannico ai Giardini della Biennale.
Come promesso, quindi, le accompagno in giro per la città seguendo un percorso che ho scelto per l’occasione. Loro sembrano entusiaste e anch’io a dire il vero, anche se (nonostante mi sia documentata) non ho alcuna idea di quali saranno le richieste dell’artista, né le domande che mi verranno poste, tanto meno i metodi che utilizzerà per interagire con l’ambiente.
Lo Street Training richiede vari tipi di approccio, la maggior parte dei quali inusuali come: salire le scale all’indietro, saltare le recinzioni, scivolare sulle ringhiere, sdraiarsi sopra o sotto degli oggetti, arrampicarsi sugli alberi o sui muri, nascondersi, fare smorfie, etc. I manuali infatti, sempre in fase di aggiornamento, contengono un’ampia varietà di metodi per utilizzare lo spazio pubblico.
“La regolare pratica – dice Lottie – aiuta gli street trainers ad apportare dei cambiamenti positivi sia in loro stessi che nell’ambiente. Durante le lezioni si imparano le tecniche e si inizia a renderle proprie, fino a farle diventare istinto, così da poterle utilizzare regolarmente nella vita quotidiana”. Esistono dei codici da utilizzare durante l’allenamento, legati ai sensi e all’emotività del singolo individuo coinvolto e a quello che egli vede nel comportamento degli altri. Le idee talvolta risultano contrastanti, come le diverse sensibilità dei partecipanti.
“Durante le sessioni, percorriamo la linea tra la creatività e il comportamento antisociale; usiamo la strada in maniera più gioiosa e più creativa, espressiva, coraggiosa, atletica e giocosa”. (*)
Certo può risultare complesso raccontare la città in cui si vive a chi non la conosce, rispondere a quesiti che non si è soliti porsi, perché dati per scontati, senza contare il “fattore lingua”. La situazione è informale, Lottie mi interroga su questioni dapprima più personali, poi più specifiche al suo argomento. Mi racconta di come i cittadini di Londra e delle altre città esaminate, preferiscano osservare i propri luoghi ed io le illustro quali, a mio avviso, siano i tre criteri per visitare al meglio Venezia. Ovvero: via terra, via mare e dall’alto, e di come diverso sia il rapporto tra spettatore e spazio, nei differenti modi. Ne rimane affascinata, quindi a fine percorso mi chiede di vederci nuovamente per fare colazione sulla mia altana, osservare la città dall’alto e concludere il suo “viaggio” con me.
E’ proprio in questa occasione che decido di porle alcune domande.
Lottie Child: come cambiare il mondo nel proprio piccolo
Cos’è lo Street Training?
E’ l’arte di esplorare in modo sicuro e con gioia, noi stessi e lo spazio che abitiamo. E’ l’essere consci degli effetti che i nostri pensieri e i nostri comportamenti hanno sull’ambiente che ci circonda; sfruttando tali conoscenze siamo in grado di sviluppare una “nuova” consapevolezza sulle strade.