Dino Manetta vignettista cartoonist sceneggiatore

 

Dino Manetta, "L'unica cosa che unisce davvero gli italiani"
Dino Manetta, "L'unica cosa che unisce davvero gli italiani"

Dino Manetta, viaggiatore, cartoonist, vignettista satirico e oggi sceneggiatore e scrittore di gag e testi da cabaret. La “vignetta in diretta” nelle piazze e in TV l’ha inventata lui, con un tratto deciso e minimale e la battuta salace sempre pronta a commentare il fatto del giorno.

Dino Manetta,tu sei stato il primo a creare un commento disegnato in diretta televisiva. Com’è nata quest’idea?
Da una inaspettata esperienza con una TV romana: Ivano Cipriani mi chiese di andare nel suo programma e disegnare qualche vignetta in tempo reale. Mi sembrò una proposta un po’ azzardata ma poi, quando mi rividi, mi convinsi invece che poteva essere una cosa carina. E la proposi a Baudo a Domenica In. Anno 1984. Esattamente 20 aprile (mio compleanno). Andai in trasmissione e lui mi fece una specie di intervista nella quale io realizzavo tre vignette davanti alle telecamere. Funzionò e l’edizione successiva mi feci tre mesi di Domenica In con vignette preparate sul momento. Da lì nacque anche l’idea di fare delle performances nelle Feste dell’Unità durante le quali io preparavo una vera e propria mostra in diretta, cioè realizzavo una serie di vignette su fogli grandi che poi appendevo su dei pannelli che restavano nella Festa. Insomma, avevo scoperto che la vignetta poteva fare spettacolo e sviluppai la cosa, tanto che diventò un lavoro, soprattutto estivo, che mi portò peraltro a scoprire l’Italia, soprattutto al centro-nord. Una bellissima esperienza. Ci fu anche una seconda fase evolutiva nella quale, invece dei fogli di carta, usavo la lavagna luminosa. Con questa mi inventai perfino un gioco del quale ero addirittura il conduttore! Ma poi ad un certo punto mi arresi, soprattutto agli insetti che, nelle sere d’estate, affollavano il piano della mia lavagna luminosa. E la cosa finì.
Comunque c’è da dire che, sempre partendo da quella prima esperienza di cui sopra, arrivai poi alla vignetta elettronica, cioè lavorata col computer per dare la sensazione di una cosa viva, con un risultato che ritengo, a tutt’oggi, insuperato. Che praticai per due anni tutti i giorni al TG3 delle 19, nel periodo ‘89/’90. Chi le ha viste penso si ricorderà.

Vignetta n°1 della serie "La Porta",  www.dinomanetta.it
Vignetta n°1 della serie "La Porta", www.dinomanetta.it

Quali sono i tuoi strumenti di lavoro per realizzare la vignetta?
Pennarelli di vario taglio e banali fogli di carta extra-strong. Non uso cartoncini. Preferisco sfruttare la trasparenza dei fogli leggeri per seguire una prima traccia sotto, sempre fatta a pennarello. Questo per evitare il lavoro di matita e gomma, che non amo..
Chi ti ha ispirato dal punto di vista grafico?
Tanti. L’elenco è lungo. A partire da Steinberg, poi Sempè, Hart di B.C., Hart e Parker del Mago Wiz, Jules Feiffer, Schultz. Wolinsky. E forse dimentico qualcuno. Insomma, tutti i maestri.

Cosa rimane oggi del tuo background di viaggiatore e di cartoonist?
L’esperienza. Ricca. Magari non di denaro, ma mi accontento.

Come sei diventato sceneggiatore?
Conoscendo per caso Enrico Vanzina, gli parlai della mia voglia di cimentarmi con la scrittura cinematografica e lui mi disse di portargli un’idea. Lo feci, gli piacque e da lì partì la nuova passione. Di quella prima idea poi non se ne fece nulla, pur arrivando molto vicino alla realizzazione, ma questo bastò perché mi lanciassi con entusiasmo nella nuova direzione. In realtà si rivelò poi un terreno quanto mai in salita, il cinema italiano stava entrando in crisi di brutto (primi anni ’90) e di fatto non riuscii mai a farne un lavoro. Ma non dispero di riuscirci adesso.
Ho lavorato poi molto con i comici e i cabarettisti. Montesano, in più occasioni. Partecipai anche ad una delle prime edizioni di Drive In, come autore di testi e battute. Cosa che si è poi ripetuta, anni dopo, con Zelig. Adesso seguo un giovane e promettente cabarettista romano, Andrea Perroni, con il quale abbiamo progetti molto ambiziosi.

Quali sono state le tue esperienze più interessanti in questo settore?
Quelle che sto facendo adesso, con la scrittura per il Teatro.

Adesso a cosa stai lavorando?
Ho scritto tre commedie molto diverse tra loro. La prima è una storia dark, Colpo di luna, la seconda una commedia musicale, Benedetto senza donne, la terza una commedia, diciamo così, di costume, Una rosa per due. Tutte e tre sono in attesa di essere messe in scena. Speriamo presto.
C’è poi un altro progetto teatrale che mi intriga molto, ma lo tengo da parte che ho già troppa carne sul fuoco. Titolo Facce ride! Il programma mi sembra evidente…

Quale sarà la tua prossima evoluzione?
Beh, ovviamente spero, prima di tutto, che parta questa mia seconda carriera di autore teatrale, alla quale tengo molto. Poi il cinema, dove ho un bel progettino al quale sto lavorando in questi giorni. E, per il futuro, come al solito, tutto è possibile. Magari un giorno la pittura. E poi tante cose sul computer, questo mezzo straordinario che sta cambiando la storia dell’umanità. Se solo avessi la conoscenza tecnica! Ma troverò ugualmente il modo di sbizzarrire la mia creatività dentro questo sterminato terreno di conquista.

Dino Manetta
www.dinomanetta.it