La copertura a ombrello del tetto ricorda i cappelli delle streghe dell’antica cittadella di Carcassonne. E’ nato come fortificazione ma, nel corso dei secoli, ha sopperito agli utilizzi più disparati: polveriera, magazzino, deposito… Nei primi anni del ‘700 un’inondazione lo ha sommerso fino al primo piano. Nella seconda metà del 1800 il tetto fu scoperchiato da un uragano. Si tratta del Torrione San Giovanni, baluardo difensivo delle antiche mura di Ferrara, realizzato nel 1493, su progetto dell’architetto di corte Biagio Rossetti. L’equilibrio di pesi e proporzioni di questa indistruttibile architettura affascina al pari della sua storia: il sistema di travi, a sostegno del tetto, converge sull’imponente colonna centrale del piano superiore, che scarica tutto il suo peso sulla copertura a volta del piano sottostante, per poi diluirsi sulle pareti perimetrali.
A seguito dell’importante opera di ristrutturazione, finanziata dalla Comunità Europea, in occasione del conferimento alla Città Estense del titolo di patrimonio mondiale dell’umanità da parte di UNESCO, il Torrione San Giovanni si è trasformato in un vero e proprio tempio della musica jazz. Da 13 anni, infatti, questa incantevole cornice ospita il Jazz Club Ferrara che, il 7 ottobre, riaprirà i battenti con una nuova stagione di Ferrara in Jazz, collaudata rassegna concertistica che conta circa 100 appuntamenti da ottobre ad aprile. Per l’occasione, Art In Italy ha intervistato il direttore artistico, Francesco Bettini.
Che cosa ci riserva questa nuova stagione? Senza alcun dubbio, una ricca e articolata programmazione. Ferrara in Jazz alternerà a grandi nomi internazionali, il meglio del jazz nazionale e qualche pregevole incursione nei territori della musica sud americana e della canzone d’autore. Ben consolidata è, inoltre, la collaborazione con Ferrara Musica, il Bologna Jazz Festival, Crossroads – Jazz in Emilia Romagna e il Dipartimento Jazz del Conservatorio “G. Frescobaldi”. Leggi tutto “Arte e Architettura, Musica e Cucina a Ferrara in Jazz”
E’ ora in corso al Teatro Comunale di Ferrara l’atteso progetto inaugurato dal giovane direttore venezuelano Diego Matheuz e realizzato in coproduzione con Ferrara Musica, che vede unita, per la prima volta, l’Orchestra Mozart con la Mahler Chamber Orchestra, due preziose realtà, frutto della volontà e dell’estro del Maestro Claudio Abbado.
Il ciclo di sei concerti, diretti dallo stesso Abbado e da Diego Matheuz e affiancati da grandi solisti come Martha Argerich e Vadim Repin, funge da overture alla mostra organizzata da Ferrara Arte a Palazzo dei Diamanti, dal titolo: Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí [1918-1933]. I programmi scelti, infatti, esplorano repertori di compositori russi e francesi del primo Novecento, quali Debussy, Ravel, Prokof’ev e Stravinskij che tanto contribuirono al fervore artistico della capitale francese di quegli anni.
Il giorno successivo al debutto, in attesa delle prove aperte dirette dal Maestro Abbado, ho incontrato Diego Matheuz nell’informale cornice del cortile del Teatro Comunale.
A te il compito di aprire la nuova stagione dell’Orchestra Mozart unita, per la prima volta, alla Mahler Chamber Orchestra in questo progetto speciale. Che effetto ti ha fatto? Ti ha spaventato l’organico più ampio?
La felicità è stata grandissima sia per me sia per l’orchestra. Il programma è bellissimo e l’interazione tra i musicisti è stata ottima! No, l’organico più ampio non mi ha spaventato….beh, ero un po’ nervoso, questo sì.
Come sai, i programmi scelti fungono da preludio musicale alla mostra d’arte dal titolo Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalì. Esplorando i brani da te diretti chi è, a tuo avviso, il “folle” tra Ravel, Stravinskij e Prokof’ev? Ah, tutti e tre di sicuro. – asserisce sorridendo senza alcuna esitazione – Penso che per fare della musica così bella uno debba essere matto per forza!
Hai appena lasciato Venezia e Reggio Emilia con la direzione del Rigoletto (regia di Daniele Abbado). Ami di più dirigere un’opera o un concerto?
Tutti e due. Ad ogni modo, l’opera rappresenta qualcosa di nuovo per me. Scoprendola, è stato amore a prima vista. L’opera ti consente di capire meglio la musica sinfonica nel suo insieme: il fraseggio, il rapporto tra il coro e i cantanti, il ballo, ecc. Quando riesci a cogliere l’insieme di tutti questi elementi è bellissimo. Sì, l’opera è più complicata, ma estremamente bella e ricca di soddisfazioni.
Diego Matheuz sta crescendo e realizzando velocemente i suoi sogni: una veloce e florida ascesa, la volontà di realizzare El Sistema in Italia. Ti è rimasto ancora qualche sogno nel cassetto?
Sì, tanti! Un giorno vorrei avere la mia orchestra per fare il “mio” suono e lasciare nel tempo la “mia” musica per tutti! La cosa più bella è quando senti che il pubblico si emoziona, così vorrei che rimanesse per sempre nelle persone anche il solo ricordo di un singolo concerto.
Leggiamo in ogni intervista che la musica è la tua vita e che da “grande” farai sempre e solo musica, arte immateriale per eccellenza. Se fossi un mago e volessi dare forma alla musica, quale le daresti, escludendo strumenti e orchestre?
Dipende dalla musica, dai tipi di musica che possono suscitare emozioni differenti. Ehm, ma questa domanda non me l’ha mai fatta nessuno…
Sorride con stupore, ci pensa su ancora un po’ – forse un paesaggio, la Natura…no, aspetta! Ci voglio pensare, è importante! Ci sei domani per il concerto del Maestro Abbado? – mi chiede –Vorrei risponderti domani quando ci ho pensato! – Io acconsento, ma l’indomani un impegno imprevisto lo conduce lontano…Così Diego corre, come una stella cometa che inaspettatamente la vista coglie in tutta la sua spontanea luminosità, lasciandomi appena il tempo di esprimere un desiderio che forse ci rivelerà nella prossima intervista…
Eleonora Sole Travagli
Orchestra Mozart
Mahler Chamber Orchestra
Diego Matheuz direttore Vadim Repin violino
Maurice Ravel Daphnis et Chloé, Suite n. 2
Sergej Prokof’ev Concerto per violino e orchestra n. 1 in re maggiore op. 19
Maurice Ravel Tzigane, Rapsodia da concerto per violino e orchestra
Igor Stravinskij L’Oiseau de feu (suite da concerto, versione 1911)
Orchestra Mozart
Mahler Chamber Orchestra
Estonian Philharmonic Chamber Choir Claudio Abbado direttore Martha Argerich pianoforte
Giovedì 14 Aprile 2011, ore 20.00 Ferrara, Teatro Comunale. Ferrara Musica
Sabato 16 Aprile 2011 ore 20.00. Replica Domenica 17 Aprile con Diego Matheuz direttore Bologna, Teatro Manzoni
Lunedì 18 aprile ore 20.00 Reggio Emilia, Teatro Valli
Giovedì 21 Aprile 2011, ore 20.30 Roma, Auditorium Parco della Musica – Sala Santa Cecilia
Claude Debussy Nocturnes, trittico sinfonico per orchestra e coro femminile
Maurice Ravel Concerto in Sol maggiore per pianoforte e orchestra
Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí [1918-1933]
Palazzo dei Diamanti di Ferrara Corso Ercole I d’Este, 21 – 44121 Ferrara 11 settembre 2011 all’8 gennaio 2012 lun-ven 8.30 – 18.30, sab e prefestivi 9.00 – 18.00, dom e festivi 10.30 – 15.30 tel 0532 244949 – fax: 0532 203064 diamanti@comune.fe.it www.artecultura.fe.it