Pietro Beretta, Telefono rosso Kennedy-Kruscev, ottobre 1962, 2014, assemblaggio a tecnica mista su legno 35 x 55 x 20, dalla copertina del catalogo della mostra “Jeux d’Amour” (Venezia, 2022). Foto M. Agorri, grafica Christian Palazzo
Venezia – Ancora pochi giorni per visitare l’esposizione Jeux d’Amour , a cura di Roberta Reali, allo Spazio San Vidal a San Zaccaria. In mostra vi sono tre serie di opere significative della produzione recente dell’artista asconese Pietro Beretta . Si tratta della brillante Box Art Collection, realizzata insieme alla moglie Annagret Engelberger, così come le quattro elegantissime sedute “africane” del 2014 (Non è solo sedersi) e infine la sequenza di ritratti post-espressionisti e junghiani Sguardi, a lei dedicata. Leggi tutto “I “Jeux d’Amour” di Pietro Beretta a Venezia”
Amedeo Modigliani, Nudo, 1917, olio su tela, cm 73 x 116,7, New York, Solomon R. Guggenheim Museum, Solomon R. Guggenheim Founding Collection, per donazione
Se mi soffermo sul titolo scelto per questa importante mostra, Gli Anni Folli – La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalì 1918-1933, la mia mente spicca il volo e corre tra le mansarde e i boulevards della capitale d’inizio Novecento. La Parigi delle esposizioni universali, centro nevralgico in cui confluiva la cultura del globo intero nella sua strabiliante varietà.
Piet Mondrian, Schilderij N. 1. Losanga con due linee e blu, 1926, olio su tela, cm 61,1 x 61,1, Philadelphia Museum of Art, A.E. Gallatin Collection, 1952
Penso alla straordinaria enarmonia dettata dal costante dialogo tra differenti discipline quali: pittura, scultura, musica, fotografia, danza, teatro, ecc. Non solo un’osmotica amalgama di linguaggi, ma una radicale fusione di arte e vita che, in questi anni particolari, a cavallo tra i due conflitti mondiali, pare essere indissolubile. L’arte non si esprime senza il brulicare della vita stessa ben testimoniato dalle biografie di artisti, intellettuali, collezionisti e dalla gente comune, fatte di speranza e incertezza, di gioia e disillusioni.
Ilse Bing, Parigi, Champs de Mars. Veduta dalle scale della Tour Eiffel, VII arrondissement, 1931, Stampa su gelatina al bromuro d’argento, cm 26,8 x 34, Parigi, Musée Carnavalet, Histoire de Paris
Con questa mostra, inaugurata sabato 10 settembre nella storica cornice del Palazzo dei Diamanti, Ferrara Arte ha cercato di ricostruire questo spirito, questa atmosfera, aprendo il sipario con le opere di due grandi maestri, Monet e Renoir che, ancora attivi al termine del primo conflitto mondiale, costituiscono il naturale trait-d’union con la modernità.
Salvador Dalí, L’eco del vuoto, c. 1935, Olio su tela, cm 73 x 92, Milano, Collezione privata
La sensualità femminile immortalata da De Chirico o Foujita e il mondo fantastico esplorato da Chagall testimoniano il fermento dell’École de Paris, mentre la luce e la natura della Côte d’Azur si riverberano nella capitale francese attraverso le opere di Matisse, Bonnard e Maillol. Il linguaggio cubista si ammorbidisce confluendo in una sinuosità di forme e linee qui rappresentate dalle nature morte di Picasso e Braque, o dall’essenzialità di Ozenfant e di Jeanneret, meglio noto come Le Corbusier. Leggi tutto “Ferrara/Gli Anni Folli nella Parigi del primo Novecento”
Anita Sieff, Installazione fotografica tra le vedute del Settecento, Museo Querini Stampalia
Si leva il sipario nel buio acceso da uno sciame di minuscoli led luminosi che vibrano all’unisono con un frinire di cicale: 5.000 hertz è la frequenza d’onda prodotta da questi insetti, sacri agli antichi egiziani, che ha come effetto fisiologico il riequilibrare l’attività dell’emisfero destro con l’emisfero sinistro del cervello umano. Un’avventura piena di fascino l’esposizione di Anita Sieff, allieva di Antonioni, che coinvolge due piani del Museo Querini Stampalia di Venezia, iniziando con una serie di interventi nelle sale settecentesche del palazzo che ospita opere d’arte veneziana dal XV al XVIII sec.
Il suono è ciò che più affascina l’artista, per sua stessa ammissione: nella sala pompeiana risuona, in diverse lingue, la voce di Sieff: Hai tempo per me? E’ la voce della coscienza che ci richiama a guardare in noi stessi e a dialogare con il nostro io più vero. Alcune foto che ritraggono una Venezia contemporanea e stravolta sono inserite tra settecentesche vedute di vita veneziana in sostituzione di tre dipinti di Gabriel Bella. La musica di Mahler introduce ad un altro momento saliente della mostra, quello in cui i versi di Anita Sieff sul tema dell’abbandono incontrano quelli di Elena Mocenigo, moglie di Andrea Querini, per il marito lontano, nell’alcova di quest’ultima.
Al piano superiore dieci video in b&w rappresentano un freschissimo omaggio al film “L’avventura”, di Michelangelo Antonioni e di qui Sieff, talento poliedrico, sembra partire per l’allestimento di una serie di azioni e installazioni. Leggi tutto “Anita Sieff nell’Ordine di senso”