Rem Koolhaas, Direttore della Biennale Architettura 2014, foto Octavian Micleusanu
Se non si può mostrare il nuovo, in architettura, meglio volgersi alla storia e ripercorrere à rebours l’ultimo tratto del millennio appena trascorso “per mettere in luce l’attuale impasse dell’architettura”. Praticamente resta ai margini della Biennale l’ondata green, o bioecologica, che spinge alle porte del mondo globalizzato per ossigenarlo con la propria fioritura. Forse, allora, in qualche modo, si pensa nei termini di restauro del patrimonio? Leggi tutto “Biennale Architettura – 1914/2014. L’arte edificatoria all’impasse”
La Tribuna di Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa (Ve), foto: Claudio Biagi
Vittorio Sgarbi ha inaugurato l’esposizione Giorgione a Palazzo Grimani, chiaccheratissima per la paventata “performance” della locale pornostar Vittoria Risi accanto alla Nuda (1508), opera dell’artista di Castelfranco. Le altre due opere in mostra sono La Vecchia (1506) e la famosissima Tempesta (1507-1508). Il palazzo cinquecentesco, già dimora dogale, è realizzato in un linguaggio architettonico che richiama lo stile classico dell’antica Roma e il complesso impianto allegorico delle sue decorazioni è stato realizzato da alcuni tra i più brillanti artisti del tempo, come Giovanni da Udine, Francesco Salviati, Camillo Mantovano e Federico Zuccari. La sala più ammirata fin dal Cinquecento è la Tribuna, che si sviluppa con un’alta cupola rivestita di cassettoni a stucco disposti prospetticamente: uno spazio che ospitava la collezione di sculture antiche di Giovanni Grimani, il quale, alla sua morte, la donò alla Repubblica. Questa dimora era il luogo più visitato a Venezia dopo Palazzo Ducale nelle visite ufficiali alla Repubblica.
Alcune nostre domande a Vittorio Sgarbi su Palazzo Grimani e il Giorgione.
Mi parli della mostra a Palazzo Grimani Palazzo Grimani, con il Giorgione, è, credo, il più bel palazzo in assoluto e il più bel padiglione della Biennale, perchè si tratta di un edificio del Cinquecento restaurato da due anni e oggi aperto al pubblico. L’architetto che l’ha concepito è uno sperimentatore e un avanguardista: questo artefice che inventa un sogno, che crea un’architettura del tutto lirica, si colloca tra Palladio, Giulio Romano e Sanmicheli. Credo che fosse giusto mostrarlo e spero vengano a vederlo anche i visitatori della Biennale. Qui si rende visibile la realizzazione di un’opera. A questo proposito mi viene alla mente Tommaso Buzzi, architetto degli anni 50/60: anch’egli ha realizzato un sogno. Perchè ha scelto di esporre le tre opere dell’Accademia di Belle Arti di Venezia? Non ho concepito quest’evento come una mostra ma come un’estensione dell’Accademia, come se con Palazzo Grimani costituisse un’unico spazio. Si può pensare di ricostruire qualche interno del Palazzo? Questo lo farò sicuramente e lo vado a fare ora con le sculture del museo archelogico, cercando di non sguarnire troppo quel museo ma ricollocandone alcune: proprio oggi ne ho collocata una sopra il camino.
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