L’intervista ad Alexander Sokurov sulla terrazza dell’Excelsior alla 72a Mostra del Cinema di Venezia. Foto Valentina Zanaga
Considerato tra i 50 registi migliori al mondo (“The Guardian”), autore di capolavori riconosciuti quali Moloch (1999), Toro (2001), Arca Russa (2002), Il Sole (2005), Faust (2011), già oggetto d’imitazione, al pari del maestro Tarkovskij, da parte dei cineasti americani (vedi Monuments Men di Clooney, 2014) il regista Alexander Sokurov (Leone d’Oro 2011) ritorna con il suo nuovo Francofonia sui temi favoriti della guerra e della salvaguardia del patrimonio culturale dell’umanità. Leggi tutto “Venezia 72 / Intervista ad Alexander Sokurov”
Andrey Kuzkin, Levitation Heroes, 2010 - Sculptures, bread, salt Courtesy Stella Art Foudnation, Moscow
Un percorso che mira a rendere evidente l’attualità dell’arte di un paese, la Russia, che resta tutt’oggi ancora poco conosciuto a noi occidentali.
Questa è Modernikon. Arte contemporanea dalla Russia, esposizione curata col piglio del talent scout da Francesco Bonami e Irene Calderoni.
La mostra è organizzata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, in collaborazione con la Fondazione Victoria – The Art of being Contemporary di Mosca, ed esplora una scena giovane e in divenire, che sente l’urgenza di esprimersi lontano dagli schemi imposti del passato regime sovietico.
La mostra presenta al pubblico le più nuove ed interessanti ricerche artistiche di un Paese che solo di recente si è proposto sulla scena internazionale.
Il sistema dell’arte contemporanea in Russia si è formato negli anni Novanta, in concomitanza con gli estremi rivolgimenti politici e sociali seguiti alla caduta dell’Unione Sovietica. In quel periodo molti artisti hanno considerato l’arte uno strumento d’intervento sociale, un mezzo per agire direttamente sulla realtà, nella grande tradizione dell’avanguardia storica. La nuova arte aveva connotazioni politiche e un’estetica radicale, caratterizzata dal gusto per la provocazione e lo scandalo.
Oggi l’arte contemporanea russa è entrata in una nuova fase della sua evoluzione, come ha dichiarato Anatoly Osmolovsky, uno tra i più interessanti e influenti artisti russi. L’idea della pratica artistica come forma di azione diretta ha lasciato spazio a un approccio più riflessivo che mette al centro l’opera d’arte, riconsiderando l’eredità modernista e le sue ambizioni di rinnovamento sociale ed estetico. Il titolo della mostra, Modernikon, fonde il riferimento al moderno con la più classica delle forme artistiche russe, è una parola sospesa tra presente e passato, tra l’idea di un’immagine che vuol essere nuova e attuale e, al contrario, la mitologia di un progetto culturale superato.
Anna Parkina The Case is Open II, 2007 Gouache, photocopy and ink on paper 58 x 68 cm Courtesy Wilkinson Gallery, London
Gli artisti in mostra gettano uno sguardo su questo luogo sospeso, creando immagini caratterizzate da una forte impronta autoriflessiva. Alcuni, tra cui lo stesso Osmolovsky, Dmitry Gutov, Victor Alimpiev, Vladimir Logutov, Stas Shuripa rivendicano lo spazio di un discorso artistico autonomo, di un’opera d’arte indipendente dalla rappresentazione della realtà, esplorando le potenzialità di ogni mezzo espressivo e di ogni genere artistico, da quelli più tradizionali quali pittura e scultura a quelli contemporanei come il video e l’installazione.