
Dalì e Dante in Umbria: ultimo weekend

luoghi, persone, storie e sapori dell'arte
Dalle Avanguardie alla Transavanguardia, attraversando il neoavanguardismo che dalla fine degli anni ’50 si spinge fino ai tardi anni ’70: la mostra Il Teatro del Sogno da Chagall a Fellini (Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia) percorre un secolo di rivoluzioni artistiche che si sono generate in primis da rivoluzioni della coscienza e dalla consapevole irruzione dell’inconscio nella vita quotidiana, ricercata attraverso la pratica dell’arte.
Il cinema ha un ruolo speciale nella storia del XX° secolo, in quanto, come settima arte, ha fatto sognare le masse di tutto il mondo. Rivolgiamo a questo proposito qualche domanda a Luca Beatrice, curatore dell’esposizione perugina, che annovera opere dei più grandi maestri del secolo, in un percorso storico artistico che esordice con i tardoromantici Böcklin e Klinger, citando l’imprescindibile metafisica di De Chirico, l’onirismo di Previati per poi entrare pienamente nel tema con i Dalì, Delvaux, Ernst, Magritte, Man Ray,Tanguy, quindi, l’esplosivo Gallizio e i pronipoti Botero, Chia, Paladino, Schnabel, Salle – e il macabro Hirst.
Perchè una mostra sull’inconscio e sul sogno oggi?
Una mostra sul sogno non ha tempo in quanto parla alla parte più intima di ogni uomo. Esattamente come l’arte che fino dalle proprie origini ha sempre saputo rappresentare mondi diversi, a cominciare da quello
onirico.
Mi piace pensare a Teatro del Sogno come a una mostra capace di condurre lo spettatore in un viaggio libero da coordinate temporali o spaziali attraverso visioni fantastiche e universi inesplorati.
L’idea della mostra nasce in particolare da un libro che ho amato molto: Teatro del sonno, pubblicato da Guido Almansi e Claude Béguin nel 1987. Si trattava di una raccolta di stralci romanzeschi, racconti, parti di saggio che descrivevano il rapporto tra la creatività letteraria e il mondo del Sogno. Da qui il passaggio alle arti visive che trovano un punto di incontro con la letteratura proprio nella volontà di rappresentare il confine tra reale e immaginario, tra il sonno e la veglia.
Qual è secondo lei l’apporto del Surrealismo, anzi dei Surrealismi, all’immaginario contemporaneo?
Il Surrealismo non ha avuto un percorso di nascita, sviluppo e fine, i suoi confini sono restati labili nei decenni permettendogli di essere ancora perfettamente attuale senza mai smettere di esistere.
Siamo davanti a quella che appare come un’unica avanguardia espansa e in evoluzione, difficilmente controllabile e sorprendentemente attuale. Lo stesso termine “surreale” è spesso usato nel linguaggio comune.
La sua forza è stata quella di coinvolgere ogni campo creativo, oltre alle arti visive, la letteratura, il cinema,
il teatro, e la mancanza di una un’unica forte figura di riferimento in campo visivo come era stato per le altre avanguardie storiche.
Ciò che unisce le diverse personalità che aderiscono al movimento è identificabile nella predisposizione da parte di questi artisti a indagare sfere alternative della realtà, caratteristica riscontrabile in artisti
appartenenti a generazioni recenti come Fernando Botero e Julian Schnabel. Leggi tutto “Il Teatro del Sogno da Chagall a Fellini / Intervista a Luca Beatrice”
A partire da mercoledì 22 settembre e fino al 30 gennaio 2011, 50 opere provenienti da musei nazionali e internazionali arricchiranno le sale di Palazzo Reale a Milano con l’estro creativo di Salvador Dalì.L’artista spagnolo ritorna così a Milano dopo la mostra personale che si svolse nell’ottobre del 1954 nella stessa sede, nella Sala delle Cariatidi. L’allestimento della esposizone Salvador Dalí. Il sogno si avvicina, curata da Vincenzo Trione, è dell’architetto Oscar Tusquets Blanca, amico e collaboratore di Salvador Dalí, autore, insieme con il Maestro surrealista, della sala Mae West nel museo di Figueras e del famoso sofà Dalilips. Per la prima volta la sala di Mae West verrà realizzata all’interno del percorso espositivo così come fu ideata dallo stesso Dalí: una sorprendente installazione contemporanea.Nel percorso della mostra sarà fruibile il cortometraggio Destino di Salvador Dalì e Walt Disney, mai proiettato prima in Italia: Dalí lavorò al fianco di Disney tra il 1945 e il 1946 ma il film fu completato solo nel 2003 grazie ai disegni originali conservati dall’Animation Research Library dei Walt Disney Animation Studios di Burbank in California, alcuni dei quali saranno eccezionalmente esposti grazie alla collaborazione con The Walt Disney Company.La mostra intende approfondire il rapporto tra l’artista spagnolo e il tema del paesaggio. Si tratta di un aspetto poco conosciuto dal grande pubblico, che offre inattesi spunti di riflessione in merito al legame di Dalí con la pittura rinascimentale italiana, il surrealismo e la metafisica, in un processo che, secondo il curatore Vincenzo Trione, porta il pittore dal caos dell’inconscio al silenzio.Quadri che vogliono documentare un “altro” Dalì: mistico, religioso, spirituale.
I percorsi disegnano i Paesaggi storici (guardare dietro di sé e intorno a sé) che annovera opere come La Venere di Milo con tiretti, proveniente dal museo Boymansvan Beuningen di Rotterdam, o le tele dedicate a Velaquez, la Melanconia Atomica del museo Reina Sofia di Madrid, il Visage de la guerre del Boijmans Museum di Rotterdam. Leggi tutto “Paesaggio, sogno, desiderio: Salvador Dalì torna a Palazzo Reale”