
«Ogni opera nasce così, come nasce il Cosmo, attraverso le catastrofi che dal caotico frastuono degli strumenti vanno a formare una Sinfonia, la Musica delle sfere. La creazione di un’opera è la creazione del mondo».
Così nel 1909 Wassily Kandinsky (1866-1943 ) scrive nel suo famoso saggio Lo spirituale nell’arte, poco prima di dipingere il primo acquerello astratto della storia (1910). Il pittore, che fin dagli anni giovanili suonava pianoforte e violoncello, riconosce classicamente alla musica il primato tra le arti poiché, con vibrazioni e silenzi, simpatie e unisoni è particolarmente atta «all’espressione dell’animo dell’artista e alla creazione di una vita autonoma attraverso i suoni musicali».
È l’ascolto del Loenghrin di Richard Wagner ad ispirare l’astrazione di forme e cromatismi “primitivi” adottati dall’artista nei suoi dipinti ispirati alle fiabe e alle tradizioni russe: «Vidi nella mente tutti i miei colori, erano davanti ai miei occhi; linee tumultuose quasi folli si disegnavano davanti a me». Allora, l’artista, visionario e profeta, individua una forma di pittura «più spirituale» per esprimere il proprio «suono interiore» ed elabora un proprio alfabeto pittorico-musicale, ispirandosi alla teosofia di H.P.Blavatsky e alla ricerca parallela di musicisti quali Schoenberg, Skriabin, Rimsky-Korsakov. I suoi dipinti si chiamano Romanze, Composizioni, Impressioni, Improvvisazioni e affermano la sinestesia tra le arti e il concetto di unità delle stesse promosso dalle avanguardie.
Prendiamo in esame, a tale proposito, il Dipinto blu del 1924, conservato al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, e attualmente esposto in occasione della mostra Utopia Matters: dalle confraternite al Bauhaus, in corso alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia fino al 25 luglio: sul fondo, una vellutata sinfonia di azzurri rimanda alla profondità cosmica dell’anima e al suono di organo, contrabbasso, violoncello e flauto; di lì, perfusa di un’aura luminosa, emerge una composizione geometrica dai colori accesi, impostata dinamicamente sulla diagonale. Ogni forma è in equilibrio instabile, pulsa ed è resa vibrante dalla qualità cinetica del colore; inoltre, partecipa del movimento collettivo creato dall’armonica tensione degli opposti (caldo/freddo, triangolo/cerchio ecc) .
Il triangolo giallo semitrasparente spicca per contrasto dal fondo blu come uno squillo di tromba ed è bilanciato dal più piccolo ma “pesante” quadrato, che emerge in basso a destra, saturo del “liquido” rosso cinabro (ottoni). Le tre sfere più grandi, concorrono a definire la misura aurea di uno spazio solo apparentemente bidimensionale. Le linee imprimono la direzione del moto e punti, legature ed altre notazioni musicali, ne marcano il carattere e il ritmo. Il giallo è eccitante e centrifugo, il blu rilassante e centripeto, il verde è stabile e pacificante, il rosso vivificante. Leggi tutto “Wassily Kandinsky, Utopia in blu”