Pesantezza e grazia, astrazioni (e spiritualità?) a Villa Medici


Emmanuel Van der Meulen
Emmanuel Van der Meulen - Vue de l'exposition Enter-Eller, galerie Jean Fournier, 2009, Paris. De gauche à droite : Sans titre #64, 2008 / 180 x 110 cm, acrylique sur toile. Sans titre #60, 2008. © Courtesy Galerie Jean Fournier. Photo DR.

Salire abbassando. Forse non ci è consentito di salire se non così“: ad una citazione di sapore taoista di Simone Weil è ispirata l’esposizione curata dall’esteta Éric de Chassey, che ben descrive la raffinatezza del gusto del nuovo direttore dell’Accademia di Francia a Roma.

Il suo discorso sull’arte contemporanea si bilancia sull’ambiguo limitare di una personale interpretazione del pensiero rigoroso della Weil e delle ragioni che storicamente hanno portato alla nascita dell’arte astratta, indugiando sulla linea d’ombra di una certa spiritualizzazione della materia.
Propende certamente ad una leggerezza sottilmente surreale  il giovane Emanuele Becheri, recentemente celebrato alle mostre del Museo Marino Marini di Prato (2009) e del Man di Nuoro (2010).
Rimandano invece alla passione matissiana del curatore le ampie campiture piatte e geometriche realizzate dal britannico Callum Innes utilizzando sofisticate gamme tonali.
L’omoerotismo e la malinconica ironia di una materia in disfacimento e dissoluzione caratterizzano i lavori di Georges Tony Stoll, originariamente anch’egli affascinato da Matisse.
Senz’altro grevi i geometrismi di Emmanuel Van der Meulen, derivati dalle strutture suprematiste di Mondrian, le cui campiture sature di grigio asfalto, nero e bianco, appaiono come icone di una segnaletica atta all’orientamento nel paesaggio antropizzato del mondo contemporaneo.
Parte sicuramente dall’astrazione di un dato naturalistico la ricerca della belga Marthe Wéry, le cui gamme sono tratte direttamente dai colori della natura e del corpo umano, colti nell’astrazione e nella sintesi del segno/gesto in serie di campiture che evocano l’originaria concretezza della materia: le scale di verdi dell’erba dei prati, il rosso del sangue, quello della ruggine.
Tutto questo è in esposizione negli splendidi ambienti cinquecenteschi di Villa Medici, dal XIX sec. residenza degli artisti vincitori del Prix de Rome, contornata da giardini all’italiana che si affacciano sulla città eterna dalla collina del Pincio.
Sono previste visite guidate con Éric De Chassey (28/10 e 18/11), incontri con gli artisti, Eugène Green il 18/11,  Georges Tony Stoll ed Emanuele Becheri il 2/12 e con il filosofo Gianni Vattimo (16/12).

La pesantezza e la grazia, Astrazioni e spiritualita’
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Viale Trinità dei Monti, 1
00187 Roma
12/10/2010 – 2/01/2011
orari: mar – dom 13.00 – 19.00 / gio 13.00 – 23.00 (la biglietteria chiude 30 minuti prima)
tel 06 67 61 1
e-mail: standard@villamedici.it
www.villamedici.it

Dominique Ingres & Ellsworth Kelly: relazioni virtuose a Villa Medici

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Ellsworth Kelly Blue Curves

Ellsworth Kelly è un artista astratto americano tra i più attivi della scena contemporanea. Pittore, scultore e incisore studiò al Pratt Institute di Brooklyn agli inizi degli Anni 40 e poi alla Boston Museum School. Visse a Parigi fino al 1954, poi tornato negli Stati Uniti abbandonò l’arte figurativa per dedicarsi all’arte astratta.
Dalla metà degli anni Cinquanta è identificato come uno degli esponenti di maggior spicco dello stile Hard-Edge.

Dal 20 giugno al 26 settembre 2010, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici presenta – Sotto l’Alto Patronato del Ministère de la Culture et de la Communication – l’opera di Kelly accostandola a quella di un grande artista vissuto nel 1800,  Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867), un tempo direttore di Villa Medici, la cui opera ha nutrito tanto l’arte accademica quanto l’arte moderna più innovativa.
L’intenzione – secondo i curatori della mostra – non è quella di mettere a confronto due stili o due generi formali, bensì di comprendere quali siano le relazioni che hanno legato il lavoro di Kelly durante la sua permanenza a Parigi, al pittore francese.

La mostra espone lavori recenti e inediti di Ellsworth Kelly, come anche una selezione di suoi disegni di piante e figure (8 oli e 28 disegni), affiancate a dipinti e disegni di Ingres (4 oli e 32 disegni), frutto di una selezione dell’artista americano e provenienti dalle collezioni del Museo Ingres di Montauban, del Museo del Louvre, del Museo di Besançon e del Museo di Lyon.
L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, per il suo essere un’istituzione fortemente ancorata nel passato – per via della sua storia come anche per i numerosi maestri che vi sono stati accolti – e tuttavia fortemente orientata verso il futuro con la sua programmazione, è di certo il luogo che per eccellenza si presta a ospitare mostre di questo tipo, da intendersi per altro come appuntamento estivo ricorrente.

Il percorso della mostra è concepito congiuntamente da Ellsworth Kelly ed Éric de Chassey, direttore dell’Accademia di Francia a Roma, già curatore di diverse mostre su questo artista, tra cui « Henri Matisse – Ellsworth Kelly. Dessins de plantes » (tenutasi nel 2002 al Musée national d’art moderne, al Centre Pompidou e al Saint Louis Art Museum, in collaborazione con Rémi Labrusse).
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