73esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Wim Wenders al photocall di Les Beaux Jours d’Aranjuez. Credits Octavian Micleusanu
Inizia con una macchina da scrivere, un juke-box e una finestra. Finisce con un dipinto. Tre livelli d’osservazione. La macchina da presa di Wenders riprende uno scrittore intento ad osservare oltre ad una finestra il frutto della sua immaginazione: due personaggi, un uomo e una donna, che in un bel giorno d’estate sono seduti in giardino, cullati da una dolce brezza, mentre parlano e osservano la silhouette di Parigi oltre la terrazza. Non si può dire che il regista tedesco classe 1945 abbia smesso di sperimentare. Les Beaux Jours d’Aranjuez, tratto dal romanzo di Peter Handke, è un film che Leggi tutto “Venezia 73 / Les Beaux Jours d’Aranjuez. Creazione, arte e vita. Un dialogo secondo Wim Wenders”
Venezia 73. Satya de la Manitou, Alexander Darkish e Nick Ebeling al Media press space del Lido di Venezia. Credits Gapar Ozur
Nick Ebeling (con il suo magnifico doc. Along for the Ride), accompagna il vecchio Satya, che si presenta effigiato di un Kymono sbilenco, prontamente rattoppato dalla Stylist… Alle domande si rivelano due affabili e attenti interlocutori, di certo due personaggi incommensurabili rispetto alla Hollywood di oggi, strapiena di compromessi. Leggi tutto “Venezia 73 / Incontri. Satya de la Manitou, indossare reliquie”
Kazuyo Sejima, direttore di Biennale Architettura 2010, foto: Francesca Galluccio
“Questa mostra avrà raggiunto il suo scopo, se riuscirà ad immaginare le direzioni verso le quali si sta muovendo la nostra società e i sogni che il futuro renderà possibili“. Così Kazuyo Sejima, dello studio Sanaa di Tokyo, premio Pritzker 2010 ad ex aequo con il compagno Ryue Nishizawa e direttore archi-star della XII Mostra Internazionale d’Architettura di Venezia, nel suo discorso People meet in architecture, tema della mostra. Infatti l’architettura è fatta da individui per la società, quindi architetti, ingegneri e artisti hanno concorso in piena libertà al fine dell’esposizione, che è anche quello di contribuire ad un incontro reciproco tra individui e architettura e di aiutare le persone a relazionarsi tra loro. Particolarmente affascinanti le opere dello studio Sanaa in mostra : il regista Wim Wenders ha filmato nel poetico 3D If Buildings Could Talk le superfici lievemente curve e ondulate dello svizzero Rolex Learning Center, creato dalla Sejima per L’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna, che recentemente ha ospitato un concerto degli U2 per il 65esimo compleanno dell’architetto giapponese. In esposizione anche un progetto dell’ineffabile Kazuyo per la trasformazione dei villaggi dell’isola di Inujima in un museo diffuso all’aria aperta, ma soprattutto lo strepitoso progetto di Ryue Nishizawa per l’isola di Teshima in cui la raffinatissima struttura del nuovo museo è concepita sulla forma di una goccia d’acqua posata su di un foglio di carta. Il punto più alto di questa forma, organica e leggera, giocata sulle trasparenze, raggiunge i 60 metri. La fusione tra natura e alta tecnologia, da un lato e, dall’altro, il senso di un ritorno alle basi, agli elementi e alle regole fondamentali, tradizionali e sociali del vivere l’architettura sono motivi che ritornano nei molti, stimolanti, progetti presenti in questa mostra ricca di nomi illustri (da Rem Koolhaas a Tadao Ando, Toyo Ito e Gehry) ma anche di giovani (pensiamo al padiglione Belga), che presentano un ampio ventaglio di idee sull’arte dell’edificazione, a partire dal tappeto di pelle dei nomadi urugayani per finire con le futuribili città utopiche, fruibili in 3D, del padiglione australiano. Leggi tutto “Kazuyo Sejima, il sogno dell’architettura”
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